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Abusi su una minorenne, rinviato a giudizio

Abusi su una minorenne, rinviato a giudizio

foto da Quotidiani locali

UDINE. Ha offerto una “canna” a una ragazzina di appena quindici anni. Poi, dopo essersi a sua volta drogato con una dose di cocaina, l’ha violentata.

A distanza di mesi da quella terribile violenza, consumata al riparo da occhi indiscreti tra gli alberi di un campo non lontano dal parco Moretti, ha preso a perseguitarla: l’ha agganciata in piazzetta del Pozzo, inseguita fino a ridosso della questura e fatta bersaglio di frasi moleste.

E, infine, l’ha palpeggiata mentre si trovava in una struttura pubblica.

Per questo motivo un trentunenne straniero (di cui non riportiamo le generalità solo per tutelare la parte offesa) comparirà il prossimo 9 maggio davanti al tribunale in composizione collegiale.

Lo ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare Mariarosa Persico, che accogliendo la richiesta del pubblico ministero ha rinviato a giudizio l’uomo. Lungo l’elenco dei reati che vengono contestati al trentunenne: detenzione e spaccio di droga (aggravato dal fatto che la giovane fosse minore), violenza privata, violenza sessuale aggravata, sostituzione di persona e atti persecutori.

Una sequenza di accuse che è valsa allo straniero l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinarsi e comunicare con la minore.

I primi episodi contestati risalgono all’autunno di due anni fa. In particolare a ottobre i due si erano incontrati al parco Moretti: il trentunenne, mentendo sulle proprie generalità, aveva offerto una canna alla ragazzina, che aveva accettato, rifiutando invece subito dopo di assumere della cocaina.

A quel punto l’ha condotta in un campo vicino al parco, costringendo l’adolescente con la forza a un rapporto sessuale, nonostante lei abbia tentato di opporsi.

Nell’agosto dell’anno successivo, a dieci mesi di distanza dalla violenza, il trentunenne aveva notato la ragazza in piazzetta del Pozzo: gli si era avvicinato e l’aveva invitata ad andare con lui al parco Moretti.

La giovane, spaventata, era scappata, riuscendo a prendere un bus per raggiungere la questura in viale Venezia. In piazzale XXVI Luglio lo straniero, che aveva seguito la giovane a bordo di una bicicletta, era riuscito a rivolgersi nuovamente alla ragazza, chiamandola a gran voce e poi tempestandola di chiamate al cellulare. Pochi giorni dopo l’uomo aveva raggiunto una struttura pubblica frequentata dalla quindicenne e, nei pressi dell’ingresso, l’aveva palpeggiata.

Durante l’udienza preliminare celebrata ieri mattina il difensore del trentunenne, l’avvocato Paolo Coseano, aveva richiesto il non luogo a procedere. Il gup ha accolto invece la richiesta dell’accusa, rinviando a giudizio l’uomo.

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