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D’Agostino invasato contro Meloni e governo: fantapolitica e insulti dalla Gruber: “Nana bionda” (video)

Roberto D’Agostino ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo è un fuoco d’artificio contro il governo Meloni. Il “vento della Sardegna” starebbe per portare sfracelli sul futuro del centrodestra. Anzi, ne intravede la fine. Chi avesse guardato il programma di La7 venerdì 1 marzo avrebbe potuto pensare a uno scenario ucronico. Tutto sarebbe perso ormai per la la “nana bionda”, la “ducia”, “io so’ Giorgia e voi non siete una ca…o”: sono i soprannomi che usa solitamente D’Agostino sul suo sito Dagospia per appellare la presidente del Consiglio e di cui fa uso in trasmissione. Il tutto è stato estremamente sgradevole nei termini,  la Guerzoni, presente in studio, rimane inorridita, mentre Gruber sembra divertirsi un mondo. Il fondatore del sito di notizie, in versione Apollo delfico, vaticina sfracelli. Passa dal pronosticare un Salvini in versione Papeete che dopo le Europee farà cadere il governo; alla “guerra” che la premier avrebbe ingaggiato col Colle, propedeutica a un conflitto ormai insanabile con il “Deep State”. A corollario del tutto un sondaggio che a poco più di una settimana dal voto regionale in Abruzzo, vedrebbe assottigliarsi la forbice molto ampia registrata in precedenza tra l’uscente Marsilio e lo sfidante…

D’Agostino offende e parla a ruota libera dalla Gruber

D’Agostino parla a ruota libera. Gli interventi di Mario Sechi tentano di riportare il dibattito sul terreno della credibilità. Ma la Gruber sembra divertita ad ascoltare le fumisterie di D’Agostino. Forse in cuor suo spera che i vaticini infausti possano avverarsi, chissà. Per cui il direttore di Libero viene interrotto di continuo. D’Agostino minimizza, come antipasto, il viaggio della Meloni a Washington, perché “riguarda la prassi di chi sarà presidente del G7. Il problema è che il 9 giugno la musica cambia – ama ripetere-.  Già ha iniziato la Sardegna dove ha soffiato un vento abbastanza negativo perché l’invincibilità è scomparsa”. In  modo euforico ed invasato prosegue: “A questo punto il risultato è che ognuno capisce che ogni voto può essere determinante. Se bastano 3mila voti a cambiare la scena politica, io il 10 marzo in Abruzzo mi vesto e vado a votare: perché posso essere determinante. Sai oggi qual è il distacco che divide il candidato del centrodestra Marsilio e D’Amico:  si è ridotto dal 20% che era a novembre a 1,2%. Questo fa capire che tutto può succedere”. Poi il botto: “Noi avremo nei prossimi giorni qualcosa che non possiamo neanche immaginare: perché c’è una persona che sta lottando con la sopravvivenza”. Sarebbe la premier…

Scintille tra D’Agostino e Sechi ad “Otto e mezzo”

Guerzoni non sembra dare credibilità al successo (agognato da D’Agostino) del centrosinistra in Abruzzo. E Sechi ribatte che ogni partita elettorale è aperta, ma leggere il voto sardo come trend declinante del centrodestra è sbagliato. Perché il centrodestra ha voti di lista superiori al centrosinistra”. Sono i dati, ma a D’Agostino non interessano e interrompe in malo modo: “Ma cosa stai dicendo”?  Sechi pazientemente afferma che gli scenari non sono così foschi come li dipinge D’Agostino. “I trend non si possono individuare a spot. I trend si prendono in esame dopo una serie di dati consecutivi da confrontare. E per il momento non ci sono. La partita dell’Abruzzo è importante ma ha una storia a sé”. Ma D’Agostino è determinato contro Meloni, per la quale sfodera  addirittura la citazione colta: “Seneca diceva che stravincere è l’inizio della fine”, dice a mo’ di “maledizione”. Di qui parte con una serie di veleni contro l’operato della premier, rea di avere “umiliato gli alleati”.  Salvini in primis.

D’Agostino: “Meloni ducetta, nana bionda…”

Da qui parte un altro racconto fantapolitico, con Salvini protagonista che farà cadere il governo. Sentenzia: “Con un Salvini umiliato platealmente in Sardegna; con una Lega in subbuglio sul terzo mandato, che la Meloni mai gli concederà; con un Zaia che si presenterà da solo con la sua Liga veneta, la Lega si spaccherà. Sarà l’inizio della fine- dice D’Agostino ebbro di gioia-. Perché questo governo si regge su due gambe: FdI e Lega. “Se in Abruzzo la ‘ducetta’ dovesse perdere, Salvini potrebbe diventare la variabile impazzita per il governo”. Poi fa l’apocalittico immaginando Deep State, Corte dei Conti, Consulta, come mostri proteiformi che inghiottiranno il governo: “Quando ti metti contro Mattarella, non vai da nessuna parte”. Sechi se la ride: “Lo scontro tra Colle e Meloni sul sostegno alle forze dell’ordine non esiste, è una speranza della sinistra”. Allora D’Agostino cambia argomento e inizia a sragionare ancor più parlando addirittura di “odio” tra Meloni e Salvini. Chiama la premier “nana bionda”, affermando che sia stato il leader della Lega per primo a chiamarla così. Monica Guerzoni, editorialista del Corriere della Sera, si adonta, ma lui sembra trarre linfa dai suoi insulti. La Gruber lo interrompe:”Qui noi  abbiamo il rispetto delle istituzioni”.

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