Inaugurata a Monfalcone la piazza costata 4 milioni. Fedriga: «Una città radicalmente diversa»
MONFALCONE Non si dica ch’è stato «per tagliare un nastro». No. E a scanso di equivoci, sabato, forbici e strisce tricolori da cesoiare in piazza grande son state bandite.
«Oggi ci riappropriamo dell’identità, un aspetto fondamentale della vita di ciascuno di noi». Il leitmotiv della mattinata istituzionale davanti a un pubblico di 200 persone (numeri della Polizia), tra cui svariati dipendenti dell’ente, l’ha dettato lei, la cerimoniera: Anna Cisint, 60 anni, sindaca con tessera Lega.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14115436]]
Dunque non tagli di nastro – «non è per questo» –, che in periodo prossimo all’avvio della campagna elettorale per le europee e nei paesi vicini per le amministrative potrebbero forse confondere, mescolare le carte, ma un lungo discorso a braccio per coronare, suggellare «il raggiungimento di un obiettivo importante, quello per il quale con forza combatte Monfalcone».
Sottotitolo: la rinascita. Una rigenerazione anche urbana, come sottolineato a margine da uno dei pensatori della nuova piazza della Repubblica, sabato di fatto inaugurata, l’architetto Francesco Morena, in tandem con Edino Valcovich. Cantiere, con annesso restyling di piazzetta Unità e zone attigue da «quasi 4 milioni di euro».
Utili per risolvere «anche quanto stava qui sotto», dove «mancava un qualcosa per rendere sicuro il pavimento», sempre Cisint, rimandando i dettagli al dirigente Enrico Englaro, dipendente comunale, di cui poi però è mancato l’intervento.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14115435]]
Il governatore Massimiliano Fedriga, che pure di tagli di nastro ne ha visti a iosa in città – l’ultimo, solo in ordine cronologico, via video, del museo archeologico municipale –, le ha servito complimenti su un vassoio d’argento: «Avete presente quando c’è un nipotino che non vedete da anni e poi andate a trovarlo e dite “Mamma quanto è cresciuto!”, ma i genitori non se ne rendono conto perché lo osservano ogni giorno? Ecco, venire a Monfalcone è un po’ così. Io invito a guardare questa città com’era nel 2016 e a osservarla oggi. È cambiata. Chi vive qui non si rende conto di come quest’amministrazione comunale e il sindaco Cisint l’abbiano modificata per infrastrutture, opere, opportunità economiche».
[[ge:gnn:ilpiccolo:14115435]]
È vero, come pur poco prima rimarcato da Cisint, che «la Regione ha finanziato, ma perché ci sono stati progetti buoni e oggi ne vediamo l’esito». Ché l’ente superiore, per chi ha «prospettive per il futuro» d’un territorio, «c’è». E «indipendentemente dal colore politico», ha puntualizzato il governatore. «Io sono presidente della Regione e guardo a tutte le comunità indifferentemente da chi vengono amministrate».
In merito alla riqualificazione del centro, Fedriga, ha parlato di «lavoro straordinario». Ma «è solo una parte». «È stata citata – ancora Fedriga – la riqualificazione del litorale: forse mi sbaglio io, ma quando mai venivano i triestini qui al mare? Oggi sento che ciò accade: la verità è questa. Perché si è riqualificata e si è data qualità alle strutture. Ci sono giovani che stanno facendo imprenditoria grazie alla spiaggia». «Io – ha arringato – sono venuto per ringraziare, perché quando in una regione ci sono istituzioni locali che lavorano in questo modo cresce il Friuli Venezia Giulia, ci sono nuove opportunità ed è un esempio per tutti».
«E lo dico da presidente di Regione pro tempore – ha rilevato –, figura che riesce a supportare le buone idee e il territorio. Fuori da interessi politici e partitici, perché altrimenti abbiamo visto in passato, quando magari le scelte non erano basate sul merito, ma sulla vicinanza dell’uno e dell’altro. E ciò è profondamente sbagliato: i cittadini sono tutti uguali e meritano le stesse risposte. Posso garantire per i 4 anni che mi rimangono che cercheremo sempre di operare così, d’entrare nel merito e capire quali sono le opportunità per le comunità».
Tali «intenti comuni» hanno portato il Fvg «a diventare prima regione in Italia per investimenti su start up, con un +118% rispetto all’anno prima, ad assistere a una crescita di Pil rilevantissima e perfino a faticare, oggi, a trovare lavoratori, mentre nel 2018 c’erano problemi a offrire posti d’impiego: insieme si sono cambiate drasticamente le prospettive». Ma «le spalle più larghe non sono frutto di casualità, bensì di lavoro sottotraccia». «La politica deve tornare – ha terminato Fedriga – a parlare un po’ di meno e fare un po’ di più. E qui avete un esempio magnifico a Monfalcone».