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Non solo Rublev, ecco altri 5 casi di giocatori squalificati a partita in corso-

Se a Dubai in molti si attendevano una finale tutta russa tra le prime due teste di serie, Daniil Medvedev e Andrey Rublev, l’epilogo del Dubai Duty Free Tennis Championships sarà totalmente l’opposto. Se il n°1 del tabellone è stato sorpreso in due set da Ugo Humbert, la notizia certamente più clamorosa della giornata dedicata alle semifinali è stata la squalifica di Andrey Rublev.

Il n°2 di Russia – che a causa della reazione esagerata perderà punti e prize money conquistati fino al penultimo atto, uscendo dalla top5 – è però purtroppo soltanto l’ultimo caso di una lista che, negli anni, avrebbe potuto essere anche molto più lunga.

Tra i casi più eclatanti di squalifica a match in corso il primo che torna in mente non può che essere quello di Novak Djokovic allo US Open 2020, ma non è l’ultimo in ordine di tempo. Solo per citare un altro personaggio molto chiacchierato in queste ore, ad inizio 2022 è toccato a Corentin Moutet abbandonare il campo prima del previsto, mentre giusto un paio di mesi più tardi il gesto folle di Alexander Zverev contro il giudice di sedia – benché arrivato a fine match – venne poi graziato dall’ATP.

C’è però un altro tennista – e non si tratta di personalità fumantine come McEnroe, Kyrgios o Fognini, fermo a due – a detenere il non certo invidiabile record di squalifiche a match in corso. Addirittura tre (o forse quattro?) all’interno di una carriera di alti e bassi. Ma andiamo con ordine: ecco cinque squalifiche, dagli anni 2000 in poi, più o meno note.

MOUTET

Il 2022 sarà un anno difficile da dimenticare per Corentin Moutet e i suoi tifosi. Tra i circuiti ATP e Challenger il francese ha collezionato ben 40 vittorie, conquistando anche due titoli Challenger, ma più di una volta si è dimostrato eccessivamente esuberante, rimediando una squalifica e una stretta di mano particolarmente calorosa.

Ad inizio stagione, ad Adelaide, Moutet era avanti di un set e un break contro Djere, salvo poi perdere progressivamente la testa e cedere la battuta sul 5-5 del secondo parziale. A quel punto, andando in bagno, il transalpino avrebbe rivolto parole decisamente poco piacevoli al giudice di sedia, che non ha potuto fare altro che squalificarlo al suo ritorno in campo.

Come detto, però, non è stato l’unico episodio poco felice del suo 2022. A fine settembre infatti, al Challenger di Orleans, Moutet si arrendeva al tie-break del terzo ad Andreev. La stretta di mano tra i due, tuttavia, fu tutt’altro che pacifica. Prima un paio di spallate, poi un tentativo di venire alle mani sedato dal giudice di sedia. Attualissime, poi, anche gli ultimi battibecchi tra il francese e il pubblico cileno, a seguito dell’eliminazione dal torneo del padrone di cara e n°1 del seeding Nicolas Jarry.

Tra servizi da sotto e un carattere non certo raccomandabile, con Moutet in campo non ci si annoia mai…

DJOKOVIC

La squalifica a match in corso probabilmente più famosa, per personaggio e contesto, rimane quella di Novak Djokovic allo US Open 2020. In un torneo in cui, apparentemente, il serbo non aveva grandi avversari sulla strada verso il titolo (poi vinto da Dominic Thiem), si mise di traverso una pallina scagliata nella direzione sbagliata.

Inizialmente di spalle – ma immediatamente resosi conto della situazione e delle immediate conseguenze – Djokovic colpì una giudice di linea nella zona della trachea, come si poté udire anche dai vari video immediatamente virali in cui la donna faticava a respirare.

Il risultato, pochi minuti più tardi, fu deciso a tavolino. Sul 6-5 e servizio nel primo set, Pablo Carreno Busta si vide catapultato in semifinale dopo una lunga discussione tra Djokovic e il supervisor (durata circa un quarto d’ora). Nonostante i vari tentativi di difesa dell’allora e attuale n°1 del mondo, che ha provato a far pesare l’evidente intenzionalità, Soren Friemel ha optato per la squalifica del serbo, inappellabile come da regolamento. Carreno Busta si fermò poi in semifinale contro Zverev, che gli rimontò due set di svantaggio.

FOGNINI

Solo un anno e poco più prima di Djokovic, anche a Fabio Fognini veniva comminata una squalifica durante un match. All’esordio a Barcellona, dove qualche anno prima aveva sconfitto anche el rey de la casa Rafa Nadal, il ligure si macchiava di gravi insulti al giudice di linea, proprio come accaduto recentemente a Rublev.

Dopo un primo set volato via, con tanto di bagel subito, l’azzurro era riuscito a risollevarsi, ma perso il break di vantaggio sul 4-3 e servizio non ci ha più visto. Dopo un breve colloquio, il giudice di linea riferiva al supervisor e al giudice di sedia quanto pronunciato da Fognini nei suoi confronti. Risultato: squalifica e ritorno a casa anticipato.

Non fu comunque una prima volta assoluta per Fabio, che nel 2017 venne estromesso dallo US Open (seppur a freddo e non durante un incontro) per le vergognose frasi sessiste rivolte alla giudice di sedia Louise Engzell. A pagare per lui fu anche Simone Bolelli, visto che i due vennero squalificati dal torneo di doppio. Come dimenticare poi, restando in tema Slam, la famosa bomba invocata su Wimbledon, anche se in quel caso Fognini se la cavò con una semplice multa.

NALBANDIAN

Ancora una volta a fare le spese di abusi da parte di un tennista è un giudice di linea. Nel caso di David Nalbandian, tuttavia, il fatto fu ancora più grave. Al Queen’s 2012, infatti, non si trattò soltanto di abuso verbale, quanto purtroppo fisico.

Preso dalla frustrazione per aver appena subito il break sul 3-3 del secondo set, nonostante avesse vinto il primo, l’argentino scaraventò la propria rabbia con un calcio alla postazione dei giudici, che come si vide subito in diretta procurò un taglio piuttosto netto all’ufficiale di gara.

L’avversario di Nalbandian era Marin Cilic, che quindi poté alzare al cielo il suo primo titolo sull’erba londinese, anche se sicuramente non nel modo che avrebbe preferito. A nulla servirono i tentativi di scuse dell’ex n°3 ATP, che provò a giustificarsi con il giudice di linea e a sincerarsi delle sue non certo ottime condizioni.

https://www.youtube.com/watch?v=FwxlvohtlzI

KOUBEK

Veniamo ora al dunque, al vero (e poco inviabile) protagonista di questo articolo, l’irreprensibile… Stefan Koubek. A tracciarne un bel profilo è stato Riccardo Bisti, che ricorda comunque come il classe 1977 austriaco abbia anche avuto una buona carriera. Tre titoli ATP in bacheca, un quarto di finale Slam e un best ranking da n°20 del mondo, più i diversi allenamenti con Roger Federer (che comunque fanno curriculum). Una carriera per cui la maggior parte dei tennisti firmerebbero ad occhi chiusi, anche se nessuno vorrebbe essere il giocatore con più squalifiche.

In ordine, la prima arrivò al Roland Garros 2000, il Major immediatamente successivo al suo miglior risultato in uno Slam (quarti all’Australian Open). Con il punteggio ormai compromesso – era ad un game dalla sconfitta – Koubek scagliò la racchetta verso il suo angolo… peccato che il rimbalzo dell’attrezzo colpì fortuitamente un raccattapalle, portando alla squalifica dell’austriaco.

Tre anni dopo, sempre a Parigi (ma questa volta a Bercy), la storia si ripete. O almeno, così sembra. È per via di questo incontro che non si riesce a stabilire esattamente se le squalifiche di Koubek a match inoltrato siano tre o quattro. Nel primo turno di qualificazioni, infatti, pare che Fernando Verdasco abbia regolarmente vinto la partita, conclusasi 7-6 al terzo in favore dello spagnolo. L’alone di mistero resta avvolto in un articolo pubblicato dall’agenzia Reuters, che nel 2007 – dopo la sua terza (o seconda?) squalifica – scrisse testualmente che Koubek era già stato squalificato al secondo turno del French Open 2000 e durante le qualificazioni del Paris Open 2003.

Ma cosa accadde nel 2007? Niente di nuovo per l’austriaco, che in Francia proprio non poteva dire di sentirsi a casa. Al secondo turno del torneo di Metz, Koubek avrebbe addirittura insultato il supervisor, chiamato per chiarire una situazione dubbia con l’arbitro ma il cui intervento si risolse nel peggiore dei modi. Reo di essere arrogante, vanitoso e non troppo popolare, almeno secondo il racconto dell’ex n°20, il supervisor venne apostrofato con termini non troppo carini. A beneficiare della squalifica fu Sebastien Grosjean, che andò avanti nel torneo di casa.

L’episodio più incredibile fu però lontano dai riflettori del circuito ATP, bensì nel campionato a squadre austriaco, quando Koubek prese addirittura per il collo l’avversario Koellerer a metà secondo set. Dopo aver spostato (senza neanche troppa fatica) il capitano della squadra di Koellerer – dopo che quest’ultimo forse lo avrebbe insultato – Koubek passò direttamente alle mani, ribaltando anche la panchina su cui era seduto il rivale. Il verdetto, a questo punto, non è poi neanche così difficile da indovinare…

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