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Il rebus liste di attesa: «Fare subito chiarezza»

«Una situazione surreale, è necessario fare chiarezza su questi dati». La deputata dem Antonella Forattini chiede subito chiarimenti sulla delibera della giunta regionale che attribuisce le risorse per l’abbattimento delle liste d’attesa e che a Mantova distribuirà solo briciole al pubblico e zero euro ai privati convenzionati. «La delibera - commenta Forattini - è stata costruita sulla base del fabbisogno di copertura delle prestazioni comunicate dalle Ats lombarde. È necessario verificare perché i dati comunicati da Ats Val Padana siano contenuti al punto da non rendere necessario l’intervento regionale a sostegno del servizio sanitario. I cittadini lo sanno sulla loro pelle che la situazione non è affatto rosea e che i tempi d’attesa per visite e interventi sono spesso biblici. È una situazione surreale, che descrive il totale scollamento tra chi gestisce la sanità regionale e le condizioni reali dei servizi pubblici».

Nessun arretrato?

Fa discutere in ambienti sanitari, politici e delle associazioni la delibera regionale sul contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali e dei ricoveri non erogati nel periodo del Covid dal 2020 al 2022. La giunta regionale, su ricognizione dell’Ats Val Padana negli ospedali dell’Asst, ha preso atto che nel territorio dell’Ats (Mantova e Cremona) non sono presenti prestazioni ambulatoriali e di ricovero da recuperare negli anni 2020-2022. E in virtù di questo ha deciso di non assegnare nemmeno un centesimo alle strutture sanitarie private mantovane convenzionate, già chiamate in causa negli anni scorsi per dare una mano al pubblico. Un esempio? A Mantova quest’anno neanche un euro, all’area metropolitana di Milano 18 milioni e altri 4 milioni tra Brescia, Bergamo, Brianza e Varese.

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Attese lunghissime

La questione fa discutere perché se è vero che gli ospedali dell’Asst si sono messi in pari con le prestazioni saltate per il Covid, di certo non si può dire lo stesso per il periodo successivo, dove i tempi di attesa per esami e visite sono particolarmente lunghi, già a partire dal 2023 e 2024. Inoltre, altra questione che suscita qualche interrogativo, è il fatto che la Regione abbia riconosciuto all’Asst un arretrato di 238 ricoveri e 81 prestazioni ambulatoriali non erogati negli anni del Covid e recuperabili entro fine anno. Si tratta ovviamente di un arretrato esiguo, per il quale l’Asst riceverà una quota altrettanto esigua dei 28 milioni riservati agli ospedali pubblici lombardi.

Nessuna discriminazione

Il consigliere regionale della Lega Alessandra Cappellari annuncia che domani chiamerà la direttrice generale dell’Asst per avere più dettagli, «di sicuro ritengo che in Regione non si discriminino i territori e negli ultimi anni è stato ben dimostrato come Mantova sia stata ritenuta centrale».

Interrogazione a Bertolaso

Sul rebus liste di attesa interviene anche il consigliere regionale dem Marco Carra, che sta preparando un’interrogazione da inviare agli assessori regionali alla sanità e al bilancio. «Anche se nel Mantovano visite ed esami rimasti indietro dal periodo acuto della pandemia non sono stati completamente recuperati, dalla Regione non arrivano risorse aggiuntive per smaltirli. Chiediamo alla Regione di porre uguale attenzione verso tutti i territori. I mantovani meritano la stessa attenzione e le stesse risorse dei milanesi. Le liste d’attesa ci sono e continuano ad esserci».

Federconsumatori

Il presidente di Federconsumatori Mantova, Luigi Pace, ricorda che è appena partita la raccolta firme Lombardia Sicura «per arrestare questa deriva del pubblico: ogni giorno riceviamo lamentele dei cittadini sulle liste di attesa e sul fatto che ormai si deve ricorrere allo specialista privato». E aggiunge: «Sui dati regionali sono basito».

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