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Indagine sui fondi, scontro aperto tra il premier croato e la procuratrice Ue

Indagine sui fondi, scontro aperto 


tra il premier croato e la procuratrice Ue

foto da Quotidiani locali

ZAGABRIA. È guerra aperta tra il primo ministro croato Andrej Plenković e l’ufficio della Procura europea (Eppo). Da qualche settimana Eppo sta investigando sull’ipotesi di appropriazione indebita di fondi europei da parte del ministero della Cultura di Zagabria, cosa che ha scatenato le ire del premier croato, secondo il quale Eppo starebbe agendo al di fuori del suo mandato.

La numero uno della Procura Ue

Così, nel corso di una intervista rilasciata alla televisione N1, la numero uno della Procura europea Laura Codruța Kövesi ha risposto per le rime a Plenković, accusandolo di voler creare «una cortina di fumo davanti agli occhi dei cittadini». «Chi ha dubbi sul nostro mandato si rivolga alla Corte di giustizia europea», ha detto Kövesi, prima di aggiungere «non ci lasciamo intimidire». Quello che si sta sviluppando attorno al ministero della Cultura croato è un caso che potrebbe incidere duramente sulle imminenti elezioni legislative in Croazia (previste tra aprile e maggio). Anzi, secondo diversi analisti, sarebbe proprio questo il motivo per cui Plenković ha deciso la settimana scorsa di scegliere il Parlamento croato e anticipare il voto previsto per settembre.

Mappatura degli edifici danneggiati

Di cosa stiamo parlando? A seguito del terremoto che ha colpito Zagabria nel marzo 2020, il ministero della Cultura croato ha intrapreso un’operazione di mappatura in 3D degli edifici danneggiati, compito che ha assegnato (senza bando) alla Facoltà di Geodesia di Zagabria e che è costato 1,6 milioni di euro, finanziati – secondo la Procura europea – dal Fondo europeo di Solidarietà. La vicenda è stata rivelata a fine 2023 dal portale Telegram – che ha scoperto come i costi indicati dalla Facoltà di Geodesia sarebbero gonfiati rispetto a quelli disponibili sul mercato – ma ha assunto i contorni di uno scandalo politico solo di recente, dopo che il 16 febbraio scorso la polizia ha fatto irruzione al ministero della Cultura su richiesta dell’Eppo. A quel punto, dopo che per mesi la ministra della Cultura aveva accusato i giornalisti di Telegram di diffondere «maliziose fake news», è intervenuto anche lo stesso premier Plenković, secondo il quale i fondi in questione provengono dal budget nazionale e non europeo. A dover avviare un’inchiesta sul caso, ha spiegato ancora Plenković, dovrebbe essere non Eppo, ma la Procura croata, il cui nuovo capo è stato eletto proprio qualche settimana fa su indicazione del governo.

Una cortina di fumo

«Questo è un esempio da manuale», ha ribattuto però la procuratrice capo europea: «Si cerca di creare una cortina di fumo» mettendo in dubbio la competenza dell’Eppo, ha aggiunto Codruța Kövesi, mentre «la vera domanda, che interessa ai cittadini, è: c’è stata frode o meno?». Se Eppo sarà ostacolata nel suo lavoro – ha detto ancora Kövesi – non esiterà a segnalarlo alla Commissione europea. «Lo abbiamo fatto in passato, nei casi della Slovenia, della Polonia, dell’Irlanda e recentemente nel caso della Slovacchia», ha affermato la magistrata di origine rumena. Qualora la Commissione appurasse un problema nello stato di diritto in Croazia, il regolare flusso di fondi Ue a Zagabria potrebbe esser messo in discussione. Scenario che Plenković sicuramente vuole evitare, in particolare in un anno, il 2024, nel quale sono in agenda tre tornate elettorali.

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