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I segreti della Coppa: la Delser sull’Olimpo del basket femminile

UDINE. «Spingere e far ballar la fresca, vuoi vincere e dominar la festa». La canzone più amata dalle ragazze della Delser come inno, descrive bene l’euforia di una domenica sera indimenticabile, con una Coppa Italia conquistata in modo esaltante al termine di un match infinito.

Tre tempi supplementari per piegare Derthona e ritrovarsi poco dopo nello spogliatoio a cantare felici. Chiara Bacchini, capitana della squadra bianconera, ci racconta i retroscena del dopo premiazione: «Non avevamo più energie, la doccia è stata lunghissima. Abbiamo cantato “Spingere” mille volte, per noi è come un inno e ci ha dato la spinta per vincere dopo tre overtime».

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Gruppo d’acciaio

Che la Delser di quest’anno fosse competitiva era evidente a tutti, ma che fosse in grado di issarsi in vetta al proprio girone di campionato e vincere la coppa se lo aspettavano in pochi.

Il "sindaco” Bacchini racconta il segreto delle Women Apu pigliatutto: «Siamo un gruppo molto unito. L’ho detto dal primo giorno, poi col passare dei mesi ci siamo compattate ancora di più, nonostante gli infortuni. Anzi, proprio gli stop occorsi a Ronchi e Penna ci hanno spinto ad stringerci ulteriormente, e insieme alle vittorie è arrivata la consapevolezza che come squadra possiamo andare lontano. Dal punto di vista tecnico credo che quest’anno siamo complete in tutti i reparti, però ripeto: a darci quel qualcosa in più è proprio il piacere di giocare assieme che non ci fa sentire la fatica. Ad ogni giocata di una compagna tutte le altre fanno festa, io un gruppo così non lo avevo mai visto prima, e non parlo solo del roster. Siamo uniti tutti, incluso lo staff tecnico e la società».

La dedica

Nelle storie social del giorno dopo ricorre una dedica costante. Questa coppa è per Sara Ronchi. «Ma anche per Valentina Penna – sottolinea Bacchini – perché sappiamo quanto soffrono a vederci giocare da fuori. Vorrebbero essere in campo con noi, sono lì in tribuna e fanno un tifo sfegatato. Magari con loro sul parquet avremmo vinto senza i tre overtime. Una cosa è certa, i loro infortuni ci hanno compattato, noi giochiamo per loro».

Fuori dal campo

Le ragazze bianconere fanno squadra sette giorni su sette, 24 ore su 24. Quelle che provengono da fuori Udine vivono negli appartamenti messi a disposizione dalla società, quindi una volta conclusi gli allenamenti c’è da pensare alla spesa e a cosa fare per cena.

«Stiamo insieme tutto il giorno e se non ci vediamo per un periodo sembra tutto così strano. Il giovedì organizziamo sempre una cena, o nei nostri appartamenti o a casa della dirigente Heidi. A volte coinvolgiamo anche la società. La più brava ai fornelli? Tutte ci cimentiamo, ma Alice Gregori fa risotti super. Andiamo d’accordo, studiamo insieme, siamo come una famiglia. Non ci sono invidie, stare assieme è proprio bello».

I tifosi

A sostenere la Delser Women Apu, oltre al neonato “Gioventù Bianconera”, c’è un gruppo che si chiama “Apice” e segue le ragazze ovunque. Hanno realizzato degli adesivi, Bacchini e compagne si divertono ad attaccarli nei posti più disparati. «Ormai è come un movimento – scherza la capitana bianconera – ed è stato fondato da Checco, il marito di Heidi, insieme ai genitori delle giocatrici dell’Under 19. Per noi sono fondamentali, vederli arrivare a Roseto per la finale ci ha dato una carica immensa». Con loro la Delser è davvero arrivata all’apice del successo.

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