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Confagricoltura, nervi tesi con la Ue: piano in dieci punti per poter dialogare e frenare le proteste

Pavia. «Le istituzioni, entro la fine di marzo, devono dare una risposta efficace alle aspettative del mondo agricolo italiano ed europeo: diversamente, le proteste e le manifestazioni di piazza sono destinate ad aumentare». Questo l’allarme lanciato da Confagricoltura all’assemblea straordinaria svoltasi a Bruxelles in occasione della riunione del Consiglio agricolo della Ue: presente anche la delegazione pavese con la presidente Marta Sempio.

«È scaduto il tempo per gli approfondimenti e per le consultazioni in rete – ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – Abbiamo presentato le nostre proposte per una profonda semplificazione burocratica e per la salvaguardia del potenziale produttivo delle imprese». Secondo Marta Sempio «le proteste delle ultime settimane in tutta Europa sono soltanto la punta dell’iceberg del profondo disagio di tutti gli agricoltori, compresi i nostri associati. Disagio che stiamo ascoltando direttamente dagli agricoltori e stiamo trasmettendo alle istituzioni. Questo Green deal, così come immaginato, rischia di spezzare via la capacità produttiva dell’Europa, che negli scenari globali sarà destinata alla marginalità produttiva. Contro questa prospettiva Confagricoltura ha lavorato fin da subito ai tavoli istituzionali».

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Durante l’assemblea sono state presentate le dieci priorità di Confagricoltura a livello europeo. Per il nuovo allargamento della Ue si dovrà aumentare in termini reali il bilancio destinato all’agricoltura e rimodulare gli aiuti diretti della Pac in funzione dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi.

L’effetto clima

Poi il cambiamento climatico (varare il “terzo pilastro” della Pac per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi), la sicurezza alimentare (sospendere l’entrata in vigore di alcuni provvedimenti, fra cui le proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali, e rivedere la direttiva Nitrati che risale al 1991). Inoltre, Confagricoltura chiede di riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi secondo il principio della neutralità tecnologica e tenendo conto della specificità dei prodotti destinati all’alimentazione, di eliminare dalla normativa sulla Pac i vincoli relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni (in via immediata, vanno sospese le sanzioni) e di ridurre in misura incisiva gli adempimenti burocratici per gli aiuti diretti della Pac, compresi gli ecoschemi.

Per la reciprocità e i controlli sulle importazioni, poi, si deve assicurare il rispetto delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità, tutela del lavoro e del benessere degli animali. Da ultimo, grano e semi di girasole vanno inseriti nella lista dei prodotti sensibili prevista nella proposta di regolamento riguardante la proroga della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina: poi è necessaria una moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità delle imprese, poiché l’eccezionale aumento dei tassi ha coinciso con la contrazione dei prezzi all’origine, e va sostenuta la diffusione delle innovazioni per la competitività delle imprese e per l’affermazione di processi produttivi sempre più sostenibili.

«Siamo stati a Bruxelles – conclude Sempio – per ribadire la centralità del settore agricolo: oggi più che mai l’agricoltura deve ritornare protagonista a tutti i livelli istituzionali. I dieci punti rappresentano il punto di partenza per la tutela e il rilancio della competitività delle aziende».

Umberto De Agostino

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