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Vento forte, sisma, maremoto: gli studi ancora mancanti sui rischi per il Ponte sullo Stretto. Cosa dice la relazione del comitato di esperti

Il maremoto? “Da approfondire”, perché pare sia un pericolo previsto dal progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. È quello che emerge dal documento del comitato scientifico, consegnata assieme alla relazione di aggiornamento ai ministeri competenti, ai Comuni, alle Regioni, al Wwf e al parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli, che in Aula alla Camera ha incalzato il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, nel question time alla Camera. La relazione dei 9 esperti del comitato, nominato dal governo, è lunga 53 pagine: dentro c’è l’approvazione all’unanimità del progetto ma si trova anche una serie di raccomandazioni che svelano come moltissimi valori per la stabilità dell’opera siano ancora da analizzare o approfondire (come sul vento e sul sisma), oltre al dato mancante che è quello sulla pericolosità del maremoto. Una serie di studi, analisi e verifiche da aggiungere in fase di progettazione esecutiva che potrebbe far slittare i tempi previsti per l’inizio dei lavori, promesso dal ministro Salvini per il prossimo luglio. L’ad della società Ponte sullo Stretto Piero Ciucci ha assicurato che si tratta di “raccomandazioni e approfondimenti da fare nella fase di predisposizione del progetto esecutivo, come previsto dalla legge”. In particolare, dice, “il quadro geosismico-tettonico dell’area dello Stretto, sarà aggiornato, in sede di progetto esecutivo, con gli studi e le ricerche effettuate negli ultimi 20 anni”.

Il rischio maremoto
Come sanno tutti il terremoto avvenuto proprio a Messina nel 1908 è considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del Novecento: morì all’incirca metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella di Reggio Calabria. In tutto si contarono circa 120mila vittime: la gran parte perse la vita non per il sisma ma perché dopo la forte scossa molti scapparono verso il porto e qui furono travolti dal maremoto. Eppure, secondo il comitato scientifico, la pericolosità di questo evento resta “da approfondire per valutare l’eventuale impatto sulle opere di collegamento del Ponte e, soprattutto, i rischi durante la costruzione”.

Il rischio vento
Tra le altre cose i 9 esperti nella relazione ribadiscono anche la necessità di prove sull’impatto del vento e mettono “a verbale” nel loro documento che Eurolink, il consorzio guidato da WeBuild che dovrebbe realizzare l’opera, ha definito le analisi “dispendiose in termini temporali“. Una obiezione alla quale il comitato scientifico risponde confermando la necessità di una “verifica dinamica nel dominio del tempo sotto vento turbolento, considerando l’effettiva correlazione spazio temporale della sollecitazione (velocità del vento) su impalcato, torri e cavi e quella di stabilità (non euleriana, post-critic) sulle torri”.

Da parte sua l’ad Ciucci, parlando con l’agenzia Ansa, sostiene che sono state fatte “prove in 10 diverse gallerie del vento nel mondo e ne faremo ancora”. Nel complesso, ha spiegato la società, per il progetto esecutivo sono state eseguite “prove in galleria del vento su 11 modelli di ponte“. Il progettista ha utilizzato 5 diversi laboratori, tra più importanti e specializzati al mondo, in Canada, Regno Unito, Danimarca e Germania. Nell’ambito del cosiddetto independent check, il Project manager consultant di Stretto di Messina ha eseguito prove in 3 gallerie del vento a Milano e in Canada, proprio per “garantire la certezza” dei risultati. Le verifiche analitiche e sperimentali compiute, garantisce ancora la società, “dimostrano la stabilità del ponte fino a velocità delle raffiche di vento di oltre 275 km/h“, che è una velocità che può attendersi nello Stretto mediamente una volta nell’arco di 2000 anni (la massima velocità registrata in oltre venti anni di monitoraggio è stata di 128 km/h).

Il rischio terremoto
Ma non è tutto. Anche le analisi sul terremoto sono tutte da aggiornare, proprio perché i valori sono considerati ormai obsoleti, perché basati su un valore da rivedere, ovvero su una “magnitudo momento 7,0” ma “successivamente al 2004, si sono verificati in Italia alcuni terremoti in cui l’accelerazione di picco al suolo registrata in alcuni siti ha superato tali valori”. Tra le innumerevoli raccomandazioni ci sono perfino richieste di approfondimenti per gli aspetti geologici, sismotettonici e di microzonazione sismica nella progettazione esecutiva, tenendo conto dei dati scientifici aggiornati dal 2010 al 2023. C’è anche la raccomandazione per l’approfondimento “della conoscenza dei depositi di fondazione dei piloni e degli ancoraggi del Ponte, della tettonica attiva e della sismicità recente dell’area dello Stretto di Messina, basandosi su studi recenti”. Infine viene indicata come necessaria anche una “integrazione degli studi più recenti sui fondali marini dello Stretto di Messina e delle zone limitrofe, considerando recenti studi su fagliazione, depositi e forme possibili indicatori di attività tettonica recente”.

La società in questo caso spiega che il potenziale sismogenetico dell’area dello Stretto “non è in grado di produrre terremoti di magnitudo più elevata di quello di progetto considerato per il ponte (7,1 scala Richter)”. Con un sisma avente periodo di ritorno pari a 2000 anni “il ponte rimane in campo sostanzialmente elastico, ossia non subisce danni“, mantenendo quindi ulteriori margini oltre la soglia prevista. Inoltre le infrastrutture di collegamento al ponte, viadotti e gallerie, saranno progettate, secondo i termini delle vigenti norme tecniche delle costruzioni “con i più avanzati criteri antisismici”. Restano tuttavia le “raccomandazioni” per ulteriori analisi avanzate dal comitato scientifico.

Il contenzioso con lo Stato
Nel frattempo il contenzioso con lo Stato è ancora in corso, ovvero il contraente generale non ha ancora rinunciato alle penali per l’abbandono del progetto del 2011, anzi, la prossima udienza è fissata per il prossimo 14 ottobre. La rinuncia avverrà dopo l’approvazione del progetto esecutivo. Intanto la richiesta del contraente nei confronti dello Stato prosegue. Bonelli lancia l’allarme: “Il ministro Salvini, al question time che ho presentato oggi, ha dato una comunicazione gravissima, ovvero che le obbligazioni contrattuali, le penali che saranno a carico dello Stato italiano non saranno oggetto di verifica da parte del Parlamento o nemmeno del Governo, saranno oggetto di contrattazione solo tra la Società Stretto di Messina e il Consorzio EuroLink: una cambiale in bianco inaccettabile a chi gestirà 14 miliardi di soldi pubblici di cui non si potrà avere alcun tipo di pubblicità”.

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