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Agguato nella notte: minacciati di morte e rapinati della bici da una baby gang

Un ragazzo di 21 ani di origine nordafricana, H.E.A., residente a Sernaglia della Battaglia, è stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di rapina in concorso, per un evento che si è verificato a Bibione la scorsa estate, il 4 agosto, in un periodo in cui gli atti di violenza nella città balneare veneziana erano quotidiani, vedendo protagonisti anche alcuni ragazzi del Quartier del Piave.

A decretare l’iscrizione nel registro degli indagati, al termine delle indagini dei carabinieri, è stata la Procura della Repubblica di Pordenone, attraverso il pubblico ministero Maria Grazia Zaina. Il 21enne di Sernaglia è indagato per aver perpetrato la rapina in concorso con altri quattro giovani non ancora identificati, per essersi impossessato di una bicicletta elettrica con violenza.

Le vittime sono state due ragazzi, due turisti residenti in Lombardia in vacanza in quel periodo a Bibione. I fatti secondo la giudice Zaina, si sono consumati in una notte dell’agosto scorso, il 4, periodo nel quale a Bibione si sono registrati un accoltellamento, uno stupro (poi non denunciato) e l’aggressione a una barista da parte di un ragazzino di Fontanelle, oltre a vari pestaggi per motivi di droga. Alle 3.25 del 4 agosto due ragazzi, le due vittime, stavano pedalando sulla bicicletta elettrica di proprietà di uno dei due lungo il Lungomare della discoteca Shany.

Una gang formata da cinque ragazzi tra cui il sernagliese (si presume quindi suoi amici o conoscenti) si sono avventati contro i turisti, scappando con la bici. Quando le vittime hanno cercato di riappropriarsene, sono state minacciate. Uno degli aggressori avrebbe detto a una delle vittime: «Prima ti picchio, poi ti sparo».

I rapinatori sono scappati, nel frattempo i turisti hanno chiamato i carabinieri. Un’ora dopo, attorno alle 4.25, il 21enne di Sernaglia è stato sorpreso sulla bici rubata, venendo fermato dai carabinieri alle 4.45. Al 21enne è stato affidato un avvocato d’ufficio. Ora rischia il processo.

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