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Minori vittime di violenza: scoperti settanta casi nel Mantovano

Minori vittime di violenza: scoperti settanta casi nel Mantovano

I bambini maltrattati presi in carico insieme a 62 genitori dal progetto “Riannodare i fili della vita”

Dal maltrattamento psicologico a quello fisico, dalla trascuratezza all’abuso sessuale, alla violenza assistita: sono tante le facce della violenza sui minori, spesso talmente ben celate da essere invisibili. Individuarne i segnali per tempo e intervenire in modo adeguato prima che cronicizzino, lasciando danni indelebili sullo sviluppo psicofisico del bambino, è l’obiettivo del progetto “Riannodare i fili della vita: tutela e prospettive di futuro per bambini e ragazzi maltrattati dagli adulti” che da qualche anno ha avviato percorsi formativi per operatori sociali e insegnanti. L’obiettivo è proprio quello di fornire gli strumenti per riconoscere quei segnali, spesso sommersi. E i primi risultati testimoniano di quanto ce ne fosse bisogno: a fine 2023 erano già settanta i minori presi in carico con attività mirate e laboratori continuativi e 62 genitori coinvolti nei gruppi di aiuto e mutuoaiuto.

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La violenza celata

A raccontarlo alla Gazzetta sono la dirigente psicologa di Ats Val Padana Liliana Bissa, la presidente di Sol.Co Manuela Righi e la responsabile dell’area minori della cooperativa sociale Simpatria Laura Semper, tra le realtà partner del progetto insieme ad Alce Nero, Archè, Comune di Castel Goffredo, Azienda speciale consortile Oglio Po, Comune di Asola, Fondazione Comunità Mantovana onlus, Azienda speciale consortile servizi alla persona dell'Asolano, Azienda Socialis, Comune di Castiglione delle Stiviere.

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Progetto che nasce dalla consapevolezza che «nella popolazione infantile ci sia un numero di vittime nettamente superiore a quella che giunge all’attenzione dei servizi e delle istituzioni e che i danni fisici e psicologici a lungo termine sono l’esito di esperienze determinate dalla compresenza di diverse forme di violenza, spesso associate tra loro. Questo porta il minore ad essere compromesso nella socializzazione, nell’apprendimento e nella sfera affettivo-emotiva».

Il progetto

Di qui la necessità avviare percorsi formativi per riconoscere i segni di maltrattamento a scuola, nell’assistenza domiciliare e negli spazi aggregativi in generale, fornendo anche strumenti per intervenire in modo adeguato a quelle figure, come operatori e insegnanti, che per il loro ruolo sono spesso tra le prime a incrociare situazioni di violenza.

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«Il fine è il riconoscimento precoce di un fenomeno spesso difficile da individuare: a volte gli unici testimoni sono i bambini stessi, spesso non creduti dagli adulti, portati a minimizzare i segnali. Altrettanto spesso si tratta di bambini molto bravi che, ad esempio, nei casi di violenza assistita, si fanno carico di non creare altri problemi alla mamma maltrattata».

L’obiettivo

Prima che l’abuso danneggi lo sviluppo psicofisico del bambino in modo talmente grave da impedirgli una sana e serena crescita, è quindi «importante che gli operatori abbiano gli strumenti per comprendere la situazione, dare una giusta lettura e intervenire in modo adeguato attivando i professionisti di riferimento».

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Nei giorni scorsi si è concluso il primo corso con ventuno iscritti tra assistenti sociali, psicologhe, educatori, insegnanti e altri operatori sociali che lavorano a stretto contatto con minori e famiglie. La seconda parte del progetto, che è stato prorogato al 2025, consiste nella presa in carico psicologica e psicoterapeutica dei minori, in percorsi di supporto educativo e di interventi sulle stesse famiglie.

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Il corso: riconoscere i segnali prima che sia tardi

Fornire strumenti utili per riconoscere i segnali di maltrattamento nei diversi contesti, condividere e approfondire le normative di riferimento, dare indicazioni pratiche sul modo corretto di agire e condividere strumenti e metodi di lavoro di rete: questi gli obiettivi del corso appena concluso e attivato con il progetto “Riannodare i fili della vita” per insegnare a operatori ed educatori a riconoscere i segni di maltrattamento sui minori. Suddiviso in otto moduli, comprendeva anche due giornate dedicate al mondo della scuola e al bullismo e cyberbullismo: dal focus sulle diverse forme di violenza e sulle conseguenze psicologiche e psichiatriche a come accompagnare il minore e la sua famiglia nei percorsi di presa in carico, dalle responsabilità ai doveri nei casi di sospetto maltrattamento, dall’intervento dell’autorità giudiziaria all’educazione digitale, dal bullismo alle forme di prevenzione.

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