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«Tagliati i fondi per i disabili», la protesta delle famiglie mantovane

«Tagliati i fondi per i disabili», la protesta delle famiglie mantovane

foto da Quotidiani locali

Due volte in lotta, i familiari delle persone con disabilità grave e gravissima: per la cura domiciliare dei propri affetti e contro la burocrazia, che moltiplica ostacoli e scartoffie. Battaglia impari e surreale, la seconda, soprattutto quando aumentano gli stanziamenti ma si riducono i contributi.

Io, mamma caregiver, non posso avere uno stipendio fisso

È quanto sta accadendo in Lombardia, dove, con una delibera natalizia, obbedendo all’indicazione del governo nazionale, la giunta Fontana ha approvato il programma operativo per il 2024. L’input? Meno soldi ai caregiver e più servizi erogati. Eccolo, il paradosso: la Regione ci ha messo più fondi suoi rispetto al 2023 - 17,5 milioni - ma per le famiglie si annunciano tagli. «Le ore coperte e i professionisti accreditati non sono sufficienti a soddisfare le esigenze di cura delle settemila famiglie coinvolte» denunciano le associazioni. Che il 23 marzo, dalle 11, protesteranno in piazza Città di Lombardia, a Milano: un flash mob a passo di danza contro quello che viene giudicato «un salto all’indietro». Così la toppa messa dopo l’onda delle prime proteste.

Il pericolo scampato

A riferire del rischio scampato, del prezzo salatissimo del correttivo e della prospettiva incerta, è la mamma di un ragazzo autistico di quattordici anni. «Se la Regione non ci avesse messo una toppa, il mio contributo mensile si sarebbe ridotto da settecentocinquanta a quattrocento euro - riferisce la donna, che vive nell’hinterland e chiede di restare anonima - quindi non avrei potuto più coprire le spese per le terapie di mio figlio, che ha bisogno di assistenza continua, del consulente comportamentale e degli educatori. Professionisti privati, che non figurano tra quelli accreditati dalla Regione, e che non avrei più saputo come pagare. Io, mamma caregiver, non posso avere uno stipendio fisso».

«La toppa della Regione»

Fortuna che il taglio è stato rimodulato: la mamma in questione riceverà seicento euro, che non sono settecentocinquanta ma nemmeno quattrocento. Il guasto - denunciano le associazioni - è l’effetto di questa rimodulazione, ottenuta travasando i quattro milioni del fondo caregiver: «Il blocco delle liste della misura b1».

Lottare contro la burocrazia è massacrante le famiglie dovrebbero essere ascoltate

Tradotto dal burocratese, nessuno potrà più accedere al contributo finché la lista non scorrerà. E, comunque, la toppa coprirà soltanto il 2024. Per rimettere le cose a posto basterebbero dieci milioni, «quanto ne spende Fontana per la sua comunicazione».

«Lottare contro la burocrazia è massacrante - tuona la mamma con un filo di voce - le famiglie dovrebbero essere ascoltate».

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