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Mancano i fondi, stop al Polo del freddo a Prosecco

TRIESTE Prosecco non ospiterà il polo del freddo progettato dall’Autorità portuale. L’idea del Fresh Hub non è riuscita ad attrarre una quantità sufficiente di finanziamenti pubblici: sui 30 milioni chiesti dall’Authority e dal Comune di Trieste, il Pnrr ha riconosciuto un supporto di 10 milioni, ritenuti insufficienti per avviare la procedura di project financing.

Progetto in versione ridotta

L’ipotesi non è però scartata definitivamente e potrebbe essere ripensata in versione ridotta sempre in territorio giuliano, dove è confermato intanto il magazzino refrigerato privato che Bell Group edificherà sulle sponde del Canale navigabile di fronte al terminal ungherese che prenderà vita all’ex Aquila.

L’idea originaria

Il piano per il Fresh Hub risale al 2021: una riqualificazione da 155 mila metri quadrati per la conservazione e il commercio dei prodotti freschi, con un magazzino capace di ospitare 20 mila pallet. Obiettivo: l’esportazione verso l’Europa centrale.

Con un investimento di un’ottantina di milioni tra acquisto di aree e lavori, nella zona dell’ex stazione di Prosecco avrebbe dovuto nascere un comprensorio per l’agroalimentare dotato di parco fotovoltaico da un ettaro, connesso per via ferroviaria con il porto e vicino all’autostrada.

Sul progetto era stata trovata la convergenza di soggetti pubblici e privati: Autorità portuale, Comune e Interporto di Trieste, Camera di commercio Venezia Giulia, Sdag di Gorizia, gruppo Samer, Timt, Trimar, Mercitalia Rail e Italsempione. La pensata nasceva dalla strategia del presidente dell’Autorità Zeno D’Agostino, intenzionato a specializzare Trieste anche sulle catene di fornitura del fresco, che dovrebbero concretizzarsi nell’autunno 2024 con la prima linea ro-ro da e per il porto egiziano di Damietta.

A Prosecco anche i mercati ortofrutticolo e ittico

Il terminal di Prosecco avrebbe inoltre dovuto risolvere l’annoso problema della collocazione del mercato ortofrutticolo triestino, che dagli anni Ottanta si cerca di spostare fuori dal centro città, dove il municipio vuole realizzare un grande parcheggio e un mix di commerciale e residenziale. Sul Carso avrebbe trovato sede anche il mercato ittico, oggi posizionato in area portuale all’ex Gaslini.

I fondi Pnrr

L’Autorità aveva chiesto 20 milioni a valere sui fondi del Pnrr. Ne ha intercettati 10: quelli stanziati dal ministero dell’Agricoltura per la costruzione di magazzini refrigerati, ma non quelli per l’infrastrutturazione stradale.

Il Comune aveva a sua volta domandato 10 milioni del Pnrr sul fondo per i mercati ortofrutticoli, ma la domanda giace fra le non finanziabili. I restanti 50 milioni sarebbero stati messi da partner privati attraverso project financing. La struttura avrebbe avuto due parti: una più grande per traffici a temperatura controllata dal porto e la parte rimanente per distribuzione di frutta, verdura e pesce a livello locale e regionale.

Risorse insufficienti e il Porto si sfila

Davanti alla mancanza di risorse pubbliche sufficienti, l’Autorità portuale ha comunicato al Comune l’intenzione di sfilarsi dal progetto. Tutto da rifare. «Cercheremo di indirizzare i 10 milioni del Pnrr su altri progetti per il fresco», si limita a dire D’Agostino. Lo stop non crea ad ogni modo impatti sulle prossime linee marittime con l’Egitto, le cui unità refrigerate saranno scaricate e messe subito su treno alla volta del Nord Europa.

Il sindaco dirotta i mercati in via Malaspina

Il Comune aveva annunciato il trasferimento dei mercati di propria competenza entro il 2026, ma il sindaco Roberto Dipiazza non si scompone e già annuncia che mercato ortofrutticolo e ittico troveranno spazio all’ex Manifattura tabacchi di via Malaspina. Non è la prima volta che questa soluzione viene tirata in ballo, dopo decenni di balletti sul luogo deputato a ospitare il servizio di distribuzione, che non copre soltanto la provincia, ma anche l’Istria slovena e croata.

Polo del freddo all’ex Italcementi

Di logistica del freddo si parla a Trieste da diversi anni, ma al momento opera solo la Frigomar del gruppo Samer, che affitta gli spazi per la maturazione del caffè Illy. Un primo progetto di sviluppo era stato pensato nel 2019 negli spazi di FreeEste a Bagnoli della Rosandra, quando l’Autorità portuale lavorava sulla linea di export di vino del Nordest in Cina, nel quadro del memorandum con il gruppo cinese Cccc. Non se ne fece niente.

Un polo del freddo da 25 mila metri quadrati e 250 posti di lavoro pare ad ogni modo davvero in partenza, grazie all’iniziativa dell’imprenditore Cesare Lanati, che ha appena presentato in grande stile il suo progetto di riqualificazione dell’area ex Italcementi all’imbocco del Canale navigabile, dove sorgerà un impianto capace di offrire reparti per temperatura controllata, fresco-freddo, surgelazione e conservazione di farmaci. —

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