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Baby gang, degrado e marginalità sociale: Il Comune convoca le comunità immigrate

Baby gang, degrado e marginalità sociale:

Il Comune convoca le comunità immigrate

foto da Quotidiani locali

Baby gang, degrado, marginalità sociale, il Comune di Treviso apre un tavolo permanente istituzionale con i rappresentanti delle dieci comunità di straniere più numerose presenti nel territorio.

Ad annunciarlo è stato il 13 marzo il sindaco di Treviso Mario Conte intenzionato a trovare la chiave per risolvere i problemi e le emergenze manifestatesi in città negli ultimi anni.

Sensibilizzare e responsabilizzare

«Il 90% dei casi rilevati e analizzati negli ultimi mesi riguardano le comunità straniere presenti nel nostro territorio, parlo di adulti, ma anche ragazzi di prima e seconda generazione» ha spiegato ieri il sindaco, «questo tavolo si pone come obiettivo quello di sensibilizzare, responsabilizzare le comunità straniere e iniziare con loro un vero e proprio percorso di integrazione».

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Per farlo l’amministrazione intende portare attorno allo stesso tavolo (il progetto è stato denominato “Treviso Integrazione”) non soltanto i rappresentanti delle varie comunità, ma anche i consoli dei rispettivi paesi, «per avere un referente ufficiale nel territorio che ci possa aiutare ad affrontare le questioni più critiche riscontrate negli ultimi anni» ribadisce il sindaco.

L’intenzione è di convocare la prima riunione di questo tavolo nel giro di qualche settimana.

Le emergenze da risolvere

Un progetto simile venne delineato dopo l’omicidio avvenuto a Fiera nell’ottobre 2022 a seguito di una maxi rissa che vide coinvolte comunità kosovare e albanesi lasciando a terra una vittima. Ma la città in questi ultimi due anni ha toccato con mano il crescere di problemi per i quali non basta più il solo intervento delle forze dell’ordine.

La questione delle “baby gang”, rappresentate spesso da giovani e giovanissimi di seconda generazione, spesso provenienti dall’hinterland, è un problema che è dilagato allargandosi da via Roma a piazza Borsa.

Ci sono state sempre più frequenti aggressioni agli operatori o conducenti della Mom, sempre ad opera di giovani, e problemi di degrado e spaccio legato ancora a minorenni stranieri.

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Ma non solo. C’è l’annoso problema della fetta di popolazione straniera che dopo il covid ha patito la perdita di lavori spesso precari ed oggi vive in pendenza di sfratto, tema sul quale l’amministrazione ha già chiesto n intervento corale che ancora manca. Poi ci sono le marginalità sociali vere e proprie, nuclei stranieri singoli che i servizi sociali intercettano con difficoltà e spesso vivono in condizioni estreme . Prova ne sono state le tende in cui alcuni di loro avevano iniziato a vivere ai margini del centro, e che il Comune ha sgomberato.

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E poi l’Appiani.

Ma le problematiche si riscontrano anche nell’inserimento scolastico, nei percorsi educativi, così come anche nelle regole della convivenza più comune.

«Serve un progetto di integrazione che ponga alla base il rispetto reciproco delle regole e delle persone, e la tutela della nostra comunità» incalza il sindaco, «e risolva la problematica di stranieri che manifestano varie forme dei disagi. Molte volte anche sotto l’aspetto culturali, con abitudini diametralmente opposti alle nostri che stridono con i principi della nostra comunità».

Le comunità straniere

Secondo l’ultimo censimento sugli stranieri (sono oltre 12mila nel Comune), le principali comunità residenti a Treviso provengono, nell’ordine, da Romania, Kosovo, Cina, Bangladesh, Moldova. Con una rappresentatività demografica molto chiara: «Per la popolazione il 16% è costituito da bambini in età scolare e ben il 68% ha meno di 45 anni».

Si parla di circa 6500 persone tra 15 e 44 anni. Numeri a cui si aggiunge tutta la componente di immigrazione proveniente dal continente africano oggi ospitata nei centri di accoglienza della provincia che hanno a Treviso la loro maggior concentrazione con circa 1000 profughi, ad oggi.

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