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Abuso di Fentanyl: segnalati a Trieste i primi casi di dipendenza

Abuso di Fentanyl: segnalati a Trieste i primi casi di dipendenza

Documentato anche a Trieste l’uso dell’analgesico che già dilaga negli Usa: “la droga degli zombie” può essere letale

TRIESTE Tocca anche Trieste l’uso improprio del Fentanyl, potente analgesico che può avere effetti devastanti su chi lo assume per scopi diversi da quelli sanitari, e la cui diffusione ha provocato negli Usa una vera emergenza.

Ne hanno prova il Dipartimento per le dipendenze di Asugi e il laboratorio di tossicologia del Burlo, che per lo stesso Dipartimento processa in convenzione le analisi sull’urina dei pazienti in carico.

«Gira anche sul mercato nero – constata Roberta Balestra (foto) che dal 2009 dirige il Dipartimento per le dipendenze dell’Azienda sanitaria – e ne abbiamo riscontrato già l’assunzione da parte di alcuni utenti, quelli più giovani prevalentemente».

Cos’è il Fentanyl

Il Fentanyl, come indica la Direzione centrale per i servizi antidroga del Viminale, è un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina. «I fentanili, di cui il Fentanyl è capostipite – precisa Riccardo Addobbati, direttore del laboratorio di tossicologia del Burlo –, sono sostanze letali a dosi bassissime e spesso chi fa uso di stupefacenti non si accorge di assumerli perché vengono mescolati ad altre sostanze».

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In Italia, per evitare una crescita di abuso del Fentanyl, il governo ha appena adottato, per primo in Europa, un articolato piano di prevenzione. «Valutando alcuni casi, anche tra gli utenti in carico al servizio dedicato ai giovani – spiega Balestra – e andando a cercare ad ampio spettro le sostanze assunte, purtroppo abbiamo riscontrato anche l’uso del Fentanyl. Sui più giovani, tra i quali l’uso di sostanze come ketamina o ossicodone è più frequente, da parte nostra c’è un monitoraggio molto approfondito sulla possibile assunzione di questi farmaci».

La “droga degli zombie”

Nulla a che vedere, sia chiaro, con le immagini disarmanti che arrivano da oltreoceano, dove l’uso del Fentanyl, definito anche “droga degli zombie”, è ormai fuori controllo. «Da persona a persona, facendo un’anamnesi – aggiunge Balestra –, si cerca di capire quale sia la dipendenza principale, quella del Fentanyl può essere secondaria, e si instaura una terapia non solo farmacologica ovviamente. Va tenuto conto che oggi circolano anche molto crac e molta cocaina, sostanze per le quali non ci sono farmaci specifici, quindi vengono curati i sintomi e le conseguenze, dando un supporto nel percorso di disintossicazione».

Richiesto a Trieste un potenziamento dei servizi per le dipendenze dedicati ai giovanissimi

Per la direttrice del Dipartimento «leggi severe che contrastino lo spaccio di queste sostanze le abbiamo già, ma c’è un mercato illegale fiorente, che sfugge, sebbene la Polizia postale faccia un grande lavoro per contrastare la vendita di questi farmaci sul “dark web”».

Quello che servirebbe ora è «un potenziamento dei servizi per le dipendenze dedicati ai giovanissimi – osserva Balestra –, così da aumentare la prevenzione e migliorare la presa in carico terapeutica, rafforzando la collaborazione tra i servizi sanitari e sociali». E ai genitori ricorda che «se notate qualcosa che non va, non esitate a bussare alla nostra porta: l’accesso è libero, non serve appuntamento».

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