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Primorje Calcio, festa amara per i 100 anni di vita: una retrocessione e due club per un campo

TRIESTE. Ha superato le leggi fasciste che ne avevano decretato la chiusura dopo neanche tre anni di attività. Ha affrontato il boicottaggio da parte dei club triestini che non volevano giocarci contro perché rea di avere un nome sloveno. Ha combattuto per anni per riappropriarsi di un campo chiuso dai suoi stessi compaesani. Ha cambiato (parzialmente) denominazione per evitare (forse) di scomparire dalla geografia del calcio locale.

Ne ha vissute davvero tante il Primorje Calcio di Prosecco. Ma probabilmente non avrebbe mai pensato di dover assistere ad una faida interna tra due club recanti lo stesso nome, per di più esattamente nell’anno del proprio centenario, già macchiato, sul campo, da una retrocessione che domenica, a poco meno di due mesi dalla fine della stagione regolare, potrebbe essere già matematica.

La madre di una situazione di fronte cui anche Franz Kafka impallidirebbe è lo sfortunato “patto dell’altipiano”, la bizzarra fusione-separazione che nell’estate del 2020, in piena crisi Covid, diede vita ad un accordo, sottoscritto alla luce del sole con il nulla osta, in quanto tecnicamente ineccepibile, da parte della Figc regionale. Il patto sancì la doppia scomparsa del Football Club Primorje e del Primorec, e contemporaneamente la doppia nascita del Primorje 1924 e del Primorec 1966. Il senso dell’operazione? Il Primorec si ritrovò in Eccellenza al posto del Primorje che, in grave dissesto finanziario, e con lo spettro di cancellare la prima squadra, ripartì dalla Seconda Categoria. I padrini di quell’accordo furono Roberto Zuppin, per il Primorje, e Vincenzo “Enzo” Esposito, per il Primorec. Gli stessi protagonisti sono ora al centro di un nuovo capitolo della storia del calcio dilettantistico triestino.

Il bubbone è fuoriuscito nel gennaio scorso quando dinanzi ad una chiusura piuttosto sospetta del chiosco sociale è emerso come la concessione della struttura del Rouna di Prosecco sia ancora nelle mani del “vecchio” Primorje, che però, nonostante abbia ricevuto una proroga da parte del Comune per gestire l’area fino al 2028, non fa più attività sportiva dal 2020 in quanto sostituita dal “nuovo” Primorje. Ma non solo.

Il “vecchio” Primorje, in cui operano sia Roberto Zuppin che Enzo Esposito, pare sia destinatario di un contributo pubblico, pari a 450 mila euro, da parte della Regione. Finanziamento da utilizzare per la riqualificazione della struttura sportiva. L’omologazione del manto sintetico è in scadenza a fine maggio. Ed urgono interventi anche alle reti di recinzione e all’impianto di illuminazione.

«Siamo in difficoltà, non lo possiamo nascondere. Abbiamo una sessantina di tesserati tra i giovani della prima squadra ed i bambini delle altre categorie. Lavoriamo bene, i genitori sono felici, ma c’è questa spada di Damocle incombente della “rinascita” del vecchio Primorje che ci impedisce di poter fare programmazione. Auspichiamo vivamente che il Comune cambi la concessione della struttura, indirizzandola alla nostra società, che a differenza del vecchio Primorje, sta continuando a fare attività sociale e sportiva verso i giovani di Prosecco e non solo», racconta Alessandro Spagnoletto, dall’estate scorsa presidente del Primorje 1924.

Ora la palla passa in mano alle istituzioni.

Dalla Figc del Friuli Venezia Giulia, il presidente Ermes Canciani, è lapidario: «Noi ci relazioniamo esclusivamente con il “nuovo” Primorje del presidente Spagnoletto. Il “vecchio” Primorje, per noi, non esiste più».

E il Comune di Trieste, l’ente che potrebbe risolvere la questione togliendo la gestione del Rouna ad un club che esiste solo nei ricordi?

L’assessore allo Sport Elisa Lodi temporeggia: «Fare la voltura della concessione del campo sportivo di Prosecco non è possibile perché la concessione attualmente in essere riguarda il Football Club Primorje, che è una persona giuridica diversa dal Primorje 1924. Nei mesi scorsi abbiamo avuto un incontro con entrambe le società ed un legale e siamo disposti a lavorare per trovare una soluzione alla questione, ma la richiesta del Primorje 1924 non è attuabile visto che andrebbe riavviato da capo il regolare iter per le concessioni».

Una concessione data per errore, però, a causa della quasi omonimia del nome dei due club di Prosecco. Un errore che in questo momento sta creando divisioni, caos e incertezze.

Uno spiraglio si è però aperto negli ultimi giorni. Il vecchio Primorje ha proposto una fusione con il nuovo Primorje. Il consiglio direttivo presieduto da Spagnoletto ha accettato alla condizione che il 50% del nuovo direttivo sia composto da consiglieri appartenenti ad entrambi i due club. E il presidente? Un nome super partes. Legato alla storia del Primorje. Possibilmente di madrelingua slovena, com’è nella tradizione del sodalizio giallorosso. Un nome in grado di ricucire le lacerazioni all’interno di un paese che vorrebbe festeggiare degnamente i 100 anni di calcio a Prosecco. —

(ha collaborato Francesco Daniel Severi)

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