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Candia, il giallo dei dipinti spariti dall’eredità Pachiè

CANDIA CANAVESE. Si tinge di giallo la sparizione di una serie di beni appartenuti all’avvocato ed ex sindaco di Candia Canavese, Massimo Pachiè, scomparso nel luglio dello scorso anno all’età di 83 anni. Si tratta di due dipinti e di due mobili d’epoca, risalenti al XVII secolo, che avrebbero dovuto trovarsi nel palazzo comunale. Ma che sono spariti, (di certo rubati) chissà da quanto tempo. Se n’è accorta l’attuale giunta, inventariando i beni che Pachiè, ha lasciato al Comune di Candia, e che vengono descritti nel testamento, senza però indicare il valore.

Come è noto l’ex sindaco nelle sue volontà testamentarie, rese note dal sindaco Mario Mottino nei giorni scorsi, aveva lasciato al Comune la torre di Castiglione, ultima vestigia dell’omonimo castello che nel XII secolo univa i feudi di Candia Canavese e di Castiglione sottomessi ai feudatari di Ivrea, appartenente alla sua famiglie, i terreni circostanti ed alcuni arredi d’epoca, che già caratterizzano alcune sale del palazzo comunale, oltre a quelli che sono spariti. Per la precisione si tratta di due tele raffiguranti nature morte in cornici ottagonali di colore giallo, una consolle Barocca scolpita e dipinta di giallo epoca Piemonte secolo XVII; una comode piemontese a due cassetti in radica di noce epoca Piemonte secolo XVIII – scuola del Piffetti.

«Purtroppo di questi beni non si conosce la catalogazione e il valore. E nemmeno esistono riproduzioni fotografiche, oppure documenti relativi alla consegna - argomenta Mottino -. Quando non ho trovato il comò, i quadri e la consolle Barocca, ho subito presentato denuncia ai carabinieri di Caluso e informato gli eredi di Pachiè».

Sarà difficile risalire all’autore del furto. «Pachiè è stato sindaco di Candia Canavese – aggiunge Mottino – dal 1975 al 1990. In quegli anni restaurò il palazzo comunale, realizzando la “sala rossa”, e portò alcuni dei suoi beni. La sparizione quindi è avvenuta in epoca successiva». L’amministrazione in sede di consiglio aveva accettato il lasciato, che comprende il terreno circostante e alcuni arredi. «Si tratta di una donazione importante – sottolinea il sindaco Mario Mottino la torre è testimonianza della storia di Candia e del Canavese, inserita nello stemma araldico del Comune, insieme alle onde del lago. Alcuni anni fa, con il consenso della proprietà avevamo riattivato l’illuminazione della torre, sostituendo il faro con una luce gialla a Led con consumi minimi. Per chi transita o visita Candia e anche per gli stessi cittadini, l’immagine della torre illuminata nelle notti, crea un fascino di mistero delle nostre tradizioni, della nostra storia, ma soprattutto rende ancora più bello e magico il territorio. La donazione ci permette una valorizzazione, almeno nell’area esterna che circonda la torre, al momento non visitabile. Qui posizioneremo un cartellonistica per la narrazione della storia del paese» .lydia massia

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