E’ stata una fabbrica di traversine per 70 anni, ora nell’area Italgas di Mestre decolla la maxi bonifica
Ai primi del Novecento la Mestre industriale mobilitava lavoratori e attività lungo il Canal Salso. Porto Marghera sarebbe nata poco dopo.
Dall’ex scopificio Krull, oggi sede del Tribunale dei minori, fino alle fornaci Da Re che attendono il concretizzarsi di progetti di recupero. Passando per gli squeri dei barcaroli.
E soprattutto per la Carbonifera: gli edifici industriali del passato tornano nelle linee del palazzo oggi Polo tecnico degli uffici del Comune.
Tra l’attuale viale Ancona e via dello Squero, all’ingresso di Altobello ( l’ex Macallè) si trova la enorme area, oggi di proprietà di Italgas, dove dal 2021 è entrata nel vivo l’operazione di bonifica.
Pochi ricordano la storia di questo pezzo di città grande 140 mila metri quadri.
La Cava Gradeniga
Lo storico Stefano Sorteni ricorda che l’area si chiamava un tempo Cava Gradeniga. Qui la Società Cledca Spa, dal 1908, vi aveva edificato uno stabilimento per la lavorazione del legno incentrato sulla produzione di traversine ferroviarie con l’utilizzo di catrame e sostanze conservanti e di trattamento.
Ricorda Sorteni. «Principalmente si usavano composti fenolici tra i quali il pentaclorofenolo dalla lavorazione dei composti fenolici ottenuti dalla lavorazione del catrame e oli idrocarburici, sostanze prodotte presso altri impianti e portati nello stabilimento con cisterne per essere scaricati e stoccati in serbatoi fuori terra. I terreni e l’impianto sono divenuti proprietà della Italgas nel 1970, dopo l’incorporazione per fusione della Cledca Spa. Da allora i terreni e sono stati affittati ad altre società che li hanno utilizzati come deposito e la movimentazione di merci fino al 2004. Successivamente l’Italgas li ha utilizzati per il parcheggio degli automezzi aziendali, il deposito di tubi e uffici».
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Il contenzioso ambientale
Sono questi gli anni che fanno emergere il problema dell’inquinamento e della necessità di una bonifica. Sono gli anni in cui i cittadini reclamano un parco urbano e Urbanistica Democratica, con i fratelli Boato e Carlo Giacomini, danno voce nei loro documenti alla richiesta.
Oggi i volantini sono anche nell’archivio comunale. Ma si apre anche il contenzioso ambientale.
Sorteni precisa. «Dopo il 2006, nel corso delle necessarie procedure, la società proprietaria ha fatto istanza contro Stato, Comune e Regione in merito agli accordi presi. Nel 2014 il Tar del Veneto ha respinto il ricorso. Sul finire del 2017 la Regione ha approvato il progetto proposto dalla proprietà».
Occorrono altri quattro anni per veder partire i cantieri dell’enorme bonifica che ora entra nel vivo con la movimentazione dei terreni.
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Italgas ha annunciato l’avvio di lavori di scavo e movimentazione di strati profondi di terreno per rimuovere materiali risalenti alle attività svolte dall’allora Cledca.
«L’intervento avrà una durata di circa 60 giorni e prevede la raccolta del terreno in apposite “vasche” di stoccaggio e da qui avviato allo smaltimento presso impianti specializzati».
Per i residenti ci potrebbe essere il problema di odori fastidiosi, specie per chi abita nelle case popolari di via dello Squero (Nave 1 e torre).
Per ridurre i disagi Italgas promette lavori in presenza di nebulizzatori di acqua che faranno da barriera alla diffusione degli odori con vasche impermeabilizzate e coperte. Ma i cittadini ora chiedono una assemblea con Italgas e Comune, per avere rassicurazioni.