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Intanto il parlamento UE vota sulla libertà dei media (ma Lega e FdI si sono astenute)

Una legge per sancire quello che sarebbe già dovuto essere molto chiaro: i media devono essere indipendenti dalla politica e dalle istituzioni e, in più, devono avere la possibilità di un accesso molto più equilibrato ai fondi pubblici, dichiarandoli quando presenti. È il frutto dell’European Media Freedom Act, una sorta di legge quadro che, all’interno dell’Unione Europea, stabilirà dei principi inalienabili per la libertà dell’informazione, con un occhio di riguardo anche per la tutela dei giornalisti illegittimamente intercettati attraverso spyware. Da questo punto di vista, ad esempio, il caso Pegasus ha fatto scuola. E non è stata affatto casuale la dedica della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola a Dafne Caruana Galizia.

Today, @Europarl_EN made history.

The Media Freedom Act will safeguard journalists from interference, protects them from revealing sources & ensures transparency of media ownership.

It fights disinformation.

For Daphne. For Ján. For all journalists threatened.

For democracy. pic.twitter.com/VgEhnafVe8

— Roberta Metsola (@EP_President) March 13, 2024

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European Media Freedom Act, cos’è e in cosa consiste

Dunque, la tutela del lavoro giornalistico libero da pressioni innanzitutto. Ma poi anche una serie di elementi che possono favorire l’indipendenza dei media o – quantomeno – che possano evidenziare il loro grado di dipendenza da politica e istituzioni. In questo modo, il parlamento europeo ha previsto che i media non siano legati a doppio filo con lo stato: per questo motivo i fondi pubblici saranno assegnati tramite procedure aperte e non discriminatorie, basate su criteri pubblici.

Inoltre, un colpo viene assestato anche alle piattaforme digitali. I social network e i motori di ricerca – che dovrebbero stringere accordi con i media in virtù della direttiva sul copyright e delle norme nazionali sull’equo compenso – non potranno però evitare di utilizzare tutti gli altri media indipendenti con i quali, magari, non si sono seduti al tavolo delle trattative. Le piattaforme, infatti, non potranno rimuovere arbitrariamente i contenuti dei media indipendenti e dovranno dare almeno 24 ore di preavviso a queste ultime per dar loro la possibilità di rispondere e di esporre le proprie ragioni. Solo in presenza di palesi violazioni con le loro policies i social media potranno intervenire con l’atto della rimozione del contenuto.

L’astensione di Lega e FdI

Gli eurodeputati di Lega e FdI non ritengono che l’European Media Freedom Act possa essere un viatico per un’informazione più libera e trasparente. Anzi, sostengono proprio che il provvedimento vada nella direzione opposta, ovvero mettere un bavaglio alle posizioni non allineate. D’altra parte, il Movimento 5 Stelle ha accusato i due partiti di maggioranza di aver preso questa posizione per poter continuare liberamente a influenzare l’informazione senza alcun controllo preliminare.

Le posizioni di Lega e FdI sono molto simili a quelle del partito di Viktor Orban in Ungheria, che ha votato contro il provvedimento, motivando così la sua decisione: «Si vuole mettere un argine alla libertà d’espressione e mettere così in difficoltà la destra in vista delle elezioni europee di giugno».

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