Dossier, Cafiero de Raho faceva elogi sperticati a Striano. FdI: inopportuna la sua presenza in Antimafia
Pasquale Striano ha “dimostrato notevoli doti di riservatezza e lealtà”. Lo spiegava l’allora procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho in una nota protocollata del 15 febbraio 2019. La circostanza è stata raccontata da Michele Carbone, direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia), audito dalla commissione Antimafia. “C’è di fatto una dipendenza a pieno di quell’operatore presso la magistratura. Sulla richiesta di elementi di informazione alla Direzione nazionale antimafia, per quanto riguarda Striano, agli atti c’è un rapporto informativo che va dal 29 giugno 2018 al 19 settembre 2018 che viene redatto dal procuratore nazionale antimafia pro tempore il quale si esprimeva in maniera elogiativa nei confronti dell’operatore Striano. Quello citato è l’unico documento di specie rinvenuto agli atti della direzione”, ha aggiunto il direttore della Dia. “Per le attività di servizio svolte presso la Direzione investigativa antimafia, a Striano sono state attribuite otto ricompense morali, quattro elogi e quattro encomi semplici”, ha affermato Carbone
Nella nota del 15 febbraio 2019 si legge che Striano era “sorretto da altissimo senso del dovere e della disciplina” ed aveva “evidenziato elevatissime capacità professionali nell’affrontare e risolvere problematiche complesse connesse all’incarico. Moralmente irreprensibile, leale e rispettoso, ha fornito un rendimento costantemente elevato e di eccellente livello”. Durante l’audizione in commissione Antimafia il direttore della Dia ha ricordato che “il luogotenente Pasquale Striano sin dall’arrivo in Dia dalla Guardia di finanza è stato costantemente accreditato di giudizi di eccellenza, con lodi di apprezzamento“.
“Non so – ha detto Carbone – se dietro Striano ci sia una rete, se c’è un qualcosa, questo ovviamente lo diranno le indagini, però mi sono fatto questo giudizio: uno che si era impadronito, che era il primario dell’antiriciclaggio, per cui gli altri dovevano fare cose un po’ più minute. Poi il fatto di stare dal 2015 fino al 2023 a contatto con magistrati ed essere considerato elemento indispensabile, succede che non lo prendi più a quello là. Quindi si è creato un mostro”. “Striano – ha aggiunto – si era ritagliato uno spazio di professionalità in una materia che non è da tutti soprattutto all’interno della Dia che è una nicchia in particolare per chi proviene dalla Guardia di Finanza. Lui si era ritagliato questa professionalità e devo ritenere che quando un maresciallo gode di quella stima e vicinanza alla magistratura, e si sente quasi protetto dal magistrato di turno, diventa una miscela esplosiva. A volte poi si rischia che fa fesso tutte e due le parti, il corpo di appartenenza e il magistrato che lo impiega”.
Per Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, “quanto accaduto oggi in Antimafia durante l’audizione del direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Michele Carbone, è la chiara dimostrazione di quanto sia inopportuna la partecipazione del vicepresidente De Raho alle sedute che hanno a oggetto la vicenda del dossieraggio. E’ lapalissiano, infatti, che qualunque audito possa essere anche solo indirettamente condizionato dalla presenza dell’ex procuratore, allora capo della Dia. L’obiettivo della commissione parlamentare è quello di arrivare quanto più rapidamente possibile alla verità su quanto accaduto dando risposte sulla esistenza o meno di una rete, di coperture e di eventuali mandanti. Perché questo obiettivo sia raggiunto deve potersi muovere liberamente e altrettanto devono poter fare coloro che in essa vengono ascoltati. De Raho è persona di buon senso e farebbe bene a comprenderlo e accettarlo astenendosi dal partecipare alle sedute e lasciando libera la commissione di fare il suo lavoro”.
“E’ emerso in maniera colossale – ha commentato Maurizio Gasparri (FI) – il conflitto di interesse tra il vicepresidente Cafiero De Raho e la vicenda Striano che stiamo esaminando. E’ stata letta, dal direttore della Dia, una lettera di encomi sperticati da parte dell’allora procuratore nazionale antimafia De Raho nei confronti del luogotenente Striano, definito con giudizi lusinghieri come persona leale, dedita al dovere ed encomiabile sotto ogni punto di vista. La nota del 2019 era a firma di Cafiero de Raho. Ed è emerso, anche in maniera evidente, quello che avevamo già sostenuto: Striano era stato distaccato a Reggio Calabria per seguire l’indagine Breakfast condotta dalla procura di Reggio Calabria, guidata allora dallo stesso Cafiero de Raho prima che approdasse alla procura nazionale Antimafia. E che la procura di Reggio Calabria abbia particolarmente insistito affinché Striano continuasse a rimanere a Reggio Calabria per lo svolgimento di questa indagine”.
“Insomma – conclude Gasparri – Cafiero De Raho incrocia Striano nella sua attività di procuratore di Reggio Calabria con il sostituto Lombardo, ed entrambi paiono stimarlo in maniera particolare, chiedendo la proroga del suo impegno a Reggio Calabria. Poi Cafiero De Raho, da procuratore nazionale Antimafia, ne tesse le lodi in maniera sperticata con un documento che oggi è stato letto in Commissione e che quindi fa parte degli atti dell’Antimafia. Che altro deve accadere perché Cafiero De Raho, in un sussulto di dignità, si astenga dal partecipare ai lavori della commissione Antimafia che concernono l’attività di Striano e, quindi, anche la sua attività di procuratore nazionale antimafia pro tempore?”.
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