Si è concluso l’ultimo viaggio in mare dell’Ursus di Trieste
TRIESTE Si è concluso attorno alle 7 di questa mattina, 26 marzo, l’ultimo viaggio in mare dell’Ursus. Dopo la conclusione del processo di allagamento del bacino, cominciato nella tarda mattinata di lunedì, l’Ursus ha iniziato lentamente a muoversi grazie a due rimorchiatori.
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Il salvataggio
Il tragitto è stato breve: dal bacino 4 dell’arsenale di Fincantieri il vecchio pontone, diventato ormai un’icona cittadina, ha raggiunto lentamente la banchina dell’area Cartubi dove il colosso da 70 metri d’altezza e oltre 2.500 tonnellate, utilizzando enormi rulli, andrà sulla terraferma sopra il basamento in cemento armato appositamente realizzato per reggerne l’immensa mole.
Si conclude così oggi l’intervento di salvataggio dell’Ursus, che viste le condizioni di inesorabile deterioramento dello scafo, nel quale sono state individuate anche le prime perdite, rischiava seriamente di colare a picco.
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L’operazione
Nello scorso fine settimana l’Ursus è stato collocato sull’Ant, una chiatta semisommergibile di Fincantieri in grado di sostenerne l’enorme peso anche a secco: prima la chiatta è stata appoggiata sul fondo del bacino 4, zavorrandola, poi è stato fatto entrare l’Ursus e, togliendo l’acqua, il colosso di ferro è stato adagiato sulla chiatta per essere anzitutto lavato, lavoro quantomai necessario dopo anni in cui la carena è rimasta immersa, deteriorandosi a causa dei processi di corrosione.
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Lunedì il bacino 4 ha cominciato progressivamente a riempirsi: il riempimento è proseguito per tutto il giorno fino a raggiungere l’altezza dell’acqua sufficiente per aprire la barriera che separa il bacino dal mare.
Il futuro
L’Ursus resterà nella sua nuova posizione, a tempo indeterminato, fino a quando le istituzioni coinvolte non avranno scelto quali saranno il suo utilizzo e la sua collocazione definitiva.
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