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Furto di galline a casa di un forestale: bracconiere condannato a 3 anni

Al furto di 15 galline e 30 polli dalla recinzione di un cacciatore, a Pontebba, partecipò anche lui. Che, però, nulla c’entra con le ulteriori accuse di porto d’armi illegale di una Remington clandestina e delle modifiche per potenziarla e dotarla di silenziatore, della sua ricettazione e della detenzione di 25 munizioni.

È la conclusione cui è giunto il Tribunale di Udine, al termine del processo celebrato a carico di Cristian Filaferro, 40 anni, di Pontebba, e di altri tre imputati, coinvolti in un procedimento scaturito dall’inchiesta che, nel 2016, fece luce su una serie di episodi di bracconaggio nella zona di Venzone.

Ritenendolo responsabile del solo concorso nel furto, pluriaggravato (dal fatto di essere stato commesso da più persone riunite, con violenza sulle cose, e approfittando dell’orario notturno), scoperto il 30 settembre 2018, il giudice monocratico Rossella Miele lo ha condannato a 3 anni di reclusione e 800 euro di multa.

Suo padre Carlo Filaferro, 68 anni, di Pontebba, cui era stata contestata invece la partecipazione nell’incendio appiccato il 27 dicembre 2018, alla struttura di legno per la custodia di attrezzi agricoli di proprietà di un maresciallo del Noava del Corpo forestale regionale, a Portis, è stato assolto con la formula «per non aver commesso il fatto».

Il pm onorario Valentina Aversa aveva chiesto la condanna per entrambi, con la sola esclusione dei capi d’imputazione relativi ad arma e munizioni. La tesi accusatoria era che, insieme ad altri amici bracconieri giudicati in abbreviato, avessero in tal modo voluto vendicarsi con la coppia di agenti della Forestale e con il cacciatore che li aveva aiutati nelle indagini in corso nei loro confronti.

L’unica altra condanna decisa all’esito dell’istruttoria dibattimentale è quella a 1 anno e 6 mesi inflitta a Gianni Tondo, 67enne, di Venzone, finito nei guai per favoreggiamento. E cioè per avere posizionato sulla propria auto il dispositivo di geolocalizzazione che la polizia giudiziaria aveva installato su quella di Cristian Filaferro e che quest’ultimo aveva scoperto e rimosso, così depistando l’attività di monitoraggio condotta dagli inquirenti.

Il giudice lo ha condannato anche a risarcire i danni alla Regione, costituita parte civile con l’avvocato Elda Massari, nella misura che sarà liquidata in sede civile. Accusato di favoreggiamento, Tondo presenterà appello con l’avvocato Francesco Longo, che difendeva tutti gli imputati e che, quanto a lui, aveva sostenuto piuttosto la buona fede, avendo denunciato subito il ritrovamento di quel «pacchetto sigillato con lo scotch e senza timbri».

A essere impugnata sarà anche la sentenza sfavorevole a Filaferro, posto che «non è stato possibile comprendere quale sarebbe stato il suo apporto nel furto – così lo stesso avvocato Longo –, né quale sarebbe stato il profitto conseguito». Secondo il difensore, Procura e Tribunale «non hanno tenuto conto di tutte le circostanze che hanno preceduto e accompagnato lo svolgimento dei fatti».

Il furto era stato contestato anche a Manuel Baron, 23 anni, di Pontebba, che il giudice ha invece assolto «per non aver commesso il fatto» e per il quale la pubblica accusa aveva chiesto pure la condanna.

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