World News in Italian

Lavoratori stagionali extracomunitari, gli agricoltori del Fvg chiedono più posti 

Sono 150 i posti di lavoro temporanei per extracomunitari che le associazioni agricole del Friuli Venezia Giulia - Coldiretti, Confagricoltura, Cia - hanno previsto per il settore nel 2024. Una trentina le domande della sola Confagricoltura, mentre da Coldiretti sono arrivate diverse richieste per il vivaismo in provincia di Pordenone.

Ieri si è svolto senza particolari problemi tecnici il click day per la richiesta di lavoratori extracomunitari stagionali per il 2024. Le quote da assegnare sono complessivamente 89.050 per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, di cui 41 mila in tutta Italia riservate alle organizzazioni professionali agricole.

Le domande in quota verranno trasferite, in ordine cronologico di presentazione, allo Sportello unico per l’immigrazione competente all’istruttoria, nell’arco di tre/quattro giorni.

A seguire saranno trasmesse le istanze che risultano fuori quota. Il meccanismo burocratico per il reclutamento di manodopera indispensabile per molti lavori in campagna, secondo le associazioni di categoria, resta molto complicato e farraginoso.

Da qui la richiesta di Coldiretti, Cia e Confagricoltura di semplificare le procedure, aumentando anche il numero di quote previste.

Confagricoltura, dal canto suo, mette in rilievo lo sforzo organizzativo delle proprie strutture territoriali che, oltre a caricare sul portale del Ministero dell’Interno le istanze per conto delle aziende agricole associate, hanno espletato l’iter di controlli preventivi, come richiesto dalle nuove norme di semplificazione, sollevando gli ispettorati territoriali da questo onere.

«Anche se le quote sono aumentate, resta il timore, a causa della cronica carenza di manodopera in agricoltura - si legge in una nota - , che ancora una volta il numero delle domande possa superare le quote messe a disposizione.

Ma le preoccupazioni maggiori, anche alla luce di quanto è accaduto nel 2023, riguardano i tempi di completamento delle procedure, soprattutto a causa del ritardo nel rilascio dei visti di ingresso agli stranieri provenienti da alcuni Paesi (Nord Africa, India e Pakistan) che ha precluso, in alcuni casi, l’instaurazione del rapporto lavorativo».

«Sarebbe inoltre auspicabile - secondo l’organizzazione che rappresenta i datori di lavoro agricolo - , aumentare il numero delle quote da assegnare per motivi di conversione dei permessi di soggiorno stagionali in permessi per lavoro subordinato (fissate in 4 mila unità nel 2024 per tutta Italia), attraverso un Dpcm integrativo che accolga anche le domande già presentate nel click day di dicembre 2023, ma rimaste fuori quota per incapienza.

È infatti in continua crescita l’interesse di aziende e lavoratori per questa tipologia di richieste che consente la stabilizzazione della situazione lavorativa e di quella soggettiva dello straniero, alleggerendo al contempo i click day stagionali». Confagricoltura ricorda che un terzo della manodopera nel settore primario è di nazionalità straniera, con una quota elevata di extracomunitari (circa il 70%).

Tra i Paesi di provenienza predomina l’Africa, in particolare Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, in particolare Albania e Macedonia, e dall’Asia, soprattutto India e Pakistan.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione della Cia regionale. «Il click day dedicato alla richiesta di lavoratori extracomunitari stagionali - si legge in una nota - , ha dato prova di un portale ministeriale sicuramente più efficiente rispetto agli scorsi anni, ma la macchina amministrativa ancora registra notevoli ritardi nel rilascio del definitivo permesso di soggiorno.

Se da una parte il protocollo Masaf, siglato anche da Cia, dà finalmente modo di soddisfare per la gran parte le necessità di manodopera stagionale, dall’altra non è stata ancora messa a punto una programmazione tale da permettere alle aziende agricole di operare in tranquillità.

Questo perchè la convocazione dagli Sportelli unici arriva, irrimediabilmente, dopo il periodo massimo di permanenza in Italia consentito dal Decreto flussi, cioè 9 mesi».

Читайте на 123ru.net