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Fallimenti, oltre tremila beni all’asta: serve un altro ufficio vendite giudiziarie

Fallimenti, oltre tremila beni all’asta: serve un altro ufficio vendite giudiziarie

Il tribunale di Treviso ha bandito la gara per aprire una seconda struttura: «troppe liquidazioni e fallimenti di immobili e mobili, bisogna smaltire l’arretrato»

Tanti fallimenti e liquidazioni, ma soprattutto troppi beni da gestire a seguito di questi. Così tanti da continuare ad accumularsi a suon di aste deserte o aggiudicazioni solo parziali, e reiterati tentativi di vendita a cui si aggiungono quelli legati alle nuove procedure.

A Treviso il solo Istituto di vendite giudiziarie di Silea non basta più perché ci sono ben tremila pratiche da smaltire.

Casa d’aste cercansi

A decretarlo è stato lo stesso Tribunale di Treviso che ha chiesto e ottenuto l’avvio di una gara per individuare una nuova casa d’aste da affiancarsi a quella da attiva da anni, baricentro di tutti i bandi sia per la provincia di Treviso che di Belluno, sia di beni mobili (dalle auto ai macchinari o agli oggetti), che di beni immobili.

Il bando è stato pubblicato da poco ed affidato alla gestione della Corte d’Appello di Venezia che spera di ottenere offerte in tempi brevi. La situazione infatti oggi è ad alto rischio ingorgo nonostante il grande lavoro di giudici, uffici e ufficiali giudiziari che evadono pratiche a centinaia ma fronteggiano un’onda che è continuamente montante.

«C’è la necessità di un secondo concessionario» specifica la Corte d’Appello, «da affiancare a quello attuale, al fine di smaltire l’arretrato e di garantire un più efficiente svolgimento dell’attività»

I numeri dei beni all’asta

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Il dato numerico rende bene l’idea di quale sia la mole di vendite collegate ai fallimenti, vecchie e nuovi, alle liquidazioni giudiziali e alle liquidazioni patrimoniali.

Ad oggi, solo per quanto riguarda le esecuzioni immobiliari (ovvero la vendita di case, magazzini, industrie, terreni), l’Ivg di Treviso si vede costretto a gestire qualcosa come 1959 pendenze.

Se valutiamo invece solo le esecuzioni mobiliari (quindi materiale da ufficio, depositi di magazzino, auto, mezzi di lavoro, arredi) il conto è di 1402 pratiche.

In tutto quindi ben oltre 3.000 pratiche da evadere, con la continua spinta delle nuove procedure dichiarate nel frattempo dal tribunale. Come detto, non si tratta di “lentezza burocratica”, ma di un’avanzata che non si può più fronteggiare più con un solo ufficio vendite.

L’ondata continua

Per chiarire anche questo elemento è bene usare ancora i numeri.

A dicembre 2022 le pendenze immobiliari erano 2541, l’anno seguente sono state evase oltre mille pratiche (1055), ma se ne sono inserite nel frattempo altre 455.

Bilancio positivo se non ci fosse stato il carico da novanta dei beni mobiliari. A fine 2022 per questi c’erano infatti 1111 pendenze; gli uffici nel 2023 ne hanno evase 2492, ma nel corso dello tesso anno se ne sono aggiunte altre 2.750. Davide contro Golia.

I termini per potersi candidare alla “Procedura di valutazione comparativa per il rilascio dell’autorizzazione allo svolgimento delle funzioni di Istituto Vendite Giudiziarie nell’ambito del circondario del Tribunale di Treviso” sono stringenti, e definiti da un apposito decreto ministeriale, il Dm 109/97.

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