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Pronto soccorso intasato: troppi accessi negli ospedali del Fvg

Pronto soccorso intasato: troppi accessi negli ospedali del Fvg

A intasare l’emergenza sono i codici bianchi che fanno salire i tempi dell’attesa: rappresentano il 17,5% dei pazienti

Su un totale di 394.810 accessi nei Pronto soccorso in Friuli Venezia Giulia, 69.054 sono in codice bianco. Si tratta del 17,5% e solo due regioni, Veneto, 55%, e Valle d’Aosta 28,2%, hanno numeri più alti di accessi inappropriati. La conseguenza: aumentano le attese. In Fvg si aspettano 181 minuti per i codici verdi (unica a fare peggio la Sardegna con 184, la media italiana è 147), 300 minuti per i gialli (meglio solo di Sicilia, 315, e Marche 310, la media italiana è 245), 176 per i rossi (decimo posto, la media italiana è di 208).

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L’indagine

È uno dei focus sul 2022 della terza “Indagine sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti” (quelle strutture che devono occuparsi di eventi come infarti e ictus, per i quali la tempestività di decisioni e azioni è determinante) presentata ieri da Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Un documento che, sui Pronto soccorso in Fvg, parla inoltre di «percentuale di abbandono prima della visita, 5,7%, in linea con la media nazionale del 6,3%» e di «ottima percentuale di ricoveri sul totale degli accessi».

Luci e ombre

Luci e ombre, come pure sulle cardiochirurgie (dove le cose vanno bene) e sulla rete ictus (dove invece non mancano criticità) in una regione in cui il 45% delle persone colpite da infarto miocardico acuto è stato trattato con angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero: dato che colloca il Fvg al sedicesimo posto in Italia, mentre le cose vanno molto meglio con l’ottavo posto sulla mortalità a 30 giorni per la stessa patologia (8,1%, davanti a Lombardia e Emilia Romagna) e a 30 giorni dall’intervento di bypass aorto-coronarico: il tasso dello 0,6% colloca la sanità del territorio regionale al primo posto nel Paese.

Al contrario, a fronte di 1.182 ricoveri con diagnosi di ictus ischemico in Fvg sono 150 i pazienti deceduti entro 30 giorni: il 12,7%, valore superato solo da Basilicata (16,2%) e Abruzzo (13,6%). La percentuale di ricoveri per emorragia cerebrale con trattamento entro le 48 ore successive sale al 88,5%, ma colloca il Fvg non oltre il dodicesimo posto in Italia. Il livello di performance - così nella sintesi su dati 2022 - è comunque intermedio: 66,6% sulla rete cardiologica, 55,1% sulla rete ictus, 54,4% sull’emergenza-urgenza.

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Il commento

«Siamo in linea con le performance delle altre regioni; del resto ogni regione ha i suoi punti di forza e di debolezza», commenta Joseph Polimeni, direttore generale di Arcs, l’Azienda regionale di coordinamento per la salute che ha contribuito a fornire le informazioni ad Agenas. Il primato sullo specifico dell’indicatore del bypass aorto-coronarico «è la significativa conferma del valore delle nostre cardiochirurgie», annota il dg. Uno dei tanti aspetti di un moloch di quasi 650 pagine in cui emerge come «la rete dell’emergenza-urgenza funziona bene in varie Regioni del Nord: la prima per assistenza e presa in carico è la provincia autonoma di Bolzano. Risultati positivi anche in Veneto e Lombardia – è scritto –. Performance peggiori invece soprattutto al Sud come in Sardegna e soprattutto Campania, ultima, ma criticità si hanno anche in Valle d'Aosta».

Le reti

La sintesi vede il Fvg al dodicesimo posto nella governance della programmazione delle reti («La Regione non ha approvato il piano», dice l’indagine), al sedicesimo nella rete cardiologica, al quindicesimo nella rete ictus, al diciottesimo nella rete trauma e emergenza-urgenza. Quadro complessivo che Polimeni legge alla luce dei lavori in corso e che «prospetticamente sarà in netto miglioramento. Perché le reti cliniche funzionino serve un’area sanitaria forte ed è su questo che Arcs si sta impegnando da oltre un anno – fa sapere il dg –. Tra l’altro abbiamo nominato Gianpiero Fasola, che prenderà servizio nelle prossime settimane, responsabile della rete oncologica regionale e come coordinatore regionale delle reti cliniche contiamo su Mario Calci, già primario del Pronto soccorso a Udine, in un contesto in cui doteremo pure altre aree di direttori, via maestra per un generale potenziamento».

Dopo di che, dice Polimeni assecondando la linea annunciata dall’assessorato Riccardi, «proprio Agenas, con cui la Regione ha stretto un accordo triennale per un costante monitoraggio della situazione, ha indicato la via da seguire al fine di ottimizzare le reti cliniche. In Fvg c’è troppa frammentazione e dispersione dell’offerta, è inevitabile che il sistema debba fare oggi un inevitabile tagliando. In un mondo che muta non è possibile avere una rete di ospedali, punti nascita, Pronto soccorso non sottoposta a una revisione che segua l’evoluzione delle direttive nazionali. Quando Agenas suggerisce di riqualificare alcuni ospedali, ci dobbiamo concentrare appunto sulla loro specializzazione e riconversione».

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