L’intervista. D’Attis: “Sul caso Bari Decaro è imbarazzante. Per altri sindaci non si è stati così garantisti”
“Il sindaco Decaro è stato bravissimo a utilizzare a suo vantaggio la situazione, l’ha personalizzata, quando in occasioni simili e meno gravi i precedenti gli amministratori sono stati mandati a casa senza se e senza ma…”. A parlare al Secolo.it è il deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Antimafia, Mauro D’Attis.
Onorevole D’Attis, qualcuno ha detto che ci sono almeno 130 motivi per far intervenire il ministro Piantedosi, alludendo ai 130 arresti a Bari della Dia…
Se è per questo i motivi sono quasi duecento, perché in un blitz successivo le forze dell’ordine hanno eseguito altre 56 misure cautelari…
Si aspettava questa reazione sopra le righe da parte del Pd e di Decaro, con attacchi diretti e violenti al Viminale?
Me lo aveva anticipato lo stesso sindaco di Bari, in maniera non troppo sibillina…
Che cosa le aveva detto?
‘State attenti, perché ho una buona agenzia di comunicazione alle spalle’, mi aveva detto il sindaco prima del provvedimento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. L’ho letta come una velata minaccia. Eppure non c’è niente da personalizzare, qui ci sono dei dati inconfutabili.
Quali sarebbero?
L’infiltrazione mafiosa a Bari, da quello che sostiene la procura antimafia di Bari, era ai massimi livelli. Gli inquirenti contestano i mancati controlli. Non capisco perché Decaro e il Pd alzino un polverone quando, in altre occasioni, per molto meno si è sciolto il Comune. E senza che né il presidente dell’Anci Decaro né il Pd proferissero parola.
L’ex sindaco di Foggia a questo proposito ha indirizzato una lettera al suo omologo barese, ricordando la sua vicenda.
Ci sono tanti esempi di Comuni dove si è intervenuti quando il sindaco non aveva alcun addebito contestato. Un esempio su tutti? L’indagine a Ostuni non riguardava il sindaco, il sindaco fu addirittura dichiarato incandidabile ma senza ricevere avvisi di garanzia. Quel sindaco è stato defenestrato e non si è potuto candidare perché era impresentabile. Ovviamente era di centrodestra, quindi Decaro ha fatto la campagna elettorale per il sindaco avversario senza invocare misure garantiste. Le decisioni del Viminale in quel caso gli facevano comodo.
Come giudica invece il comportamento del governatore della Puglia, Michele Emiliano?
Paradossale. Ha dato talmente tante versioni dell’incontro con la sorella del boss Capriati che ho perso il conto. Gli stessi italiani si stanno interrogando su quale sia la versione vera…
Onorevole D’Attis, ha pensato a parti invertite, con una giunta di centrodestra cosa sarebbe successo?
Certo, ho immaginato il presidente della Sicilia, Renato Schifani che racconta di avere accompagnato un suo assessore dalla sorella di un boss. Anche stavolta quelli del Pd sarebbero scesi in piazza. E non certo per difendere Schifani.
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