World News in Italian

FdI cede anche a Rovigo: Cittadin verso l’investitura dal centrodestra compatto

«Nemmeno Rovigo...» sogghignano le malelingue. E vogliono dire questo: nemmeno a Rovigo i Fratelli d’Italia sono riusciti a piazzare un proprio candidato sindaco. Nemmeno nell’unica città capoluogo di provincia al voto l’8 e il 9 giugno prossimi.

A Rovigo

È ufficiale? No, ma dovrebbe diventarlo a breve, nel corso della riunione in programma questo martedì, nell’ambito del famoso “tavolo nazionale” con Giovanni Donzelli (FdI), Stefano Locatelli (Lega) e Maurizio Gasparri (FI). E infatti il segretario veneto del Carroccio Alberto Stefani commenta, col sorriso stampato in volto: «Siamo al lavoro con i coordinamenti provinciali per arrivare a una soluzione condivisa e vincente già nelle prossime ore». Ancor meglio, se suggerita da loro.

E infatti la soluzione dovrebbe rispondere al nome di Valeria Cittadin, dirigente scolastica dell’Ic Rovigo 3. Volto civico, sì, ma comunque tra i primi nomi espressi dalla Lega quando si è iniziato a parlare di elezioni comunali. «FdI ha i voti, ma non ha i candidati. A Rovigo i meloniani volevano schierare un proprio uomo, ma non hanno trovato nemmeno un nome adeguato, e quindi sono costretti a venirci dietro» dice una voce leghista.

La candidatura, appunto, dovrebbe essere ufficializzata oggi. Ma la scelta appare ormai fatta. Nei giorni scorsi, tra i direttivi provinciali dei meloniani erano stati suggeriti pure i nomi dell’ex prefetto Enrico Caterino, di Mattia Moretto e di Mattia Maniezzo. La scelta è stata messa ai voti: 14 per Caterino e 12 per Cittadin. Ma a spuntarla dovrebbe comunque essere quest’ultima, che infatti ha appena rassegnato le dimissioni dal ruolo che ricopriva nella Cisl regionale, proprio per essere libera di correre per la guida dell’amministrazione cittadina. Sostenuta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Dopo i passi indietro ad Arzignano, Montecchio Maggiore, Valdagno e Paese, quindi, i Fratelli decidono di allinearsi alla Lega pure a Rovigo. Ed è sicuramente un dato interessante, considerando invece le schermaglie in corso ai piani istituzionali più alti, legate invece allo scenario europeo.

E quindi se, a Roma, Meloni studia l’offensiva contro l’asse italo-francese formato da Salvini e Le Pen, in Veneto FdI cerca l’alleanza con una Lega che non ne vuole sapere di essere ridotta al ruolo di comprimaria.

Non che il quadro regionale sia esente dai colpi bassi all’interno della coalizione, anzi; ma in regione il Carroccio sa che deve tenere il punto sull’essere “partito del territorio”. Si ricorderanno le parole del capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova: «Senza il Veneto, la Lega perde la sua ragione d’esistere». Si riferiva all’amministrazione regionale, ma è un concetto mutuabile, e a maggior ragione, pensando ai singoli territori.

A Bassano del Grappa

Chiusa la partita Rovigo, la città sulla quale i Fratelli non vogliono cedere allora è Bassano. Pure qui, però, con un piccolo giallo. Perché se, da un lato, Lega e Forza Italia hanno sciolto le riserve, esplicitando il proprio sostegno al vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Finco, FdI è ancora alla ricerca del candidato da esprimere.

Le ultime notizie danno in vantaggio Elena Pavan, sindaca (eletta con la Lega) uscente, e sconfessata proprio dal suo partito, e sulla quale gli stessi meloniani, già nel dicembre scorso, avevano messo il veto. E infatti adesso si racconta di un duo Zonta & Giunta – Andrea, l’attuale vicesindaco, un anno fa transitato dalla Lega a FdI, e Stefano, vice nei due mandati di Gianpaolo Bizzotto – piuttosto infastidito.

E gli altri partiti? Rimanendo nell’alveo di centrodestra, Finco sarà sostenuto anche da Udc e Italia Viva. Azione sosterrà Roberto Marin, il candidato con un passato da “numero due” della giunta Pavan, prima che si dimettesse. Mentre il centrosinistra unito – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, +Europa e la civica Bassano passione comune – schiera Roberto Campagnolo, confidando che la spaccatura interna alla coalizione di centrodestra possa favorire lo sgambetto.

Vittorio veneto

E infine Vittorio Veneto. La città dell’insurrezione lighista antisalviniana? Ma nella cui sezione in 29 su 31 hanno rinnovato la tessera della Lega. E i due ribelli sono chiaramente Toni Da Re e Gianluca Posocco, prossimo candidato sindaco, con l’appoggio di Forza Italia. Contro di loro, FdI e Lega schierano l’avvocato Giovanni Braido, che dal 1999 al 2009 è stato vicesindaco di Giancarlo Scottà

Читайте на 123ru.net