World News in Italian

Un’intera scuola sul palco del Goldoni. Mattia Berto: «Quando il teatro entra in classe è magia»

Quando il teatro entra a scuola, è una magia. Ed è proprio questa che si respira nell’aria dell’istituto delle suore di San Francesco di Sales (San Polo), il venerdì, quando l’attore e regista Mattia Berto varca la soglia della scuola insieme alla fotografa Giorgia Chinellato, per il laboratorio teatrale che coinvolge tutte e cinque le classi, per un totale di 100 bambini. E poi ci sono le maestre, le suore, perché il momento del teatro coinvolge tutti e il gioco della finzione diventa un mezzo per scoprire la realtà, e scoprirsi.

Dieci incontri e una storia, quella di Sarah Dyer, “I cinque diavoletti”, che racconta di personaggi solitari, che si tengono per sé gli elementi della natura ma poi capiscono che vivere bene significa convivere. Lo spettacolo finale sarà al Teatro Goldoni, il 29 maggio, le prove generali nel campiello dietro scuola, «perché Venezia è un palcoscenico perenne» spiega Berto che, nel concreto, si occupa del training teatrale e della drammatizzazione, mentre con Chinellato i piccoli attori e attrici si dedicano alla scenografia digitale.

[[ge:gnn:nuovavenezia:14177135]]

«La storia che abbiamo scelto» commenta Berto, «ci dà il pretesto per lavorare sull’idea di gruppo, oltre che sull’aspetto didattico dei quattro elementi della natura, che è il tema scelto dalla scuola per quest’anno». Non da ultimo, dà ai bimbi la possibilità di «liberare il diavoletto che è in loro, proprio come quelli del racconto» perché il teatro è innanzitutto un terreno di libertà, dove si può essere chi si vuole. Proprio per questo, sostiene con decisione l’attore, «mai come in questo momento storico bisognerebbe mettere in scena, a scuola, laboratori visionari di teatro e scrittura creativa. Ne abbiamo bisogno soprattutto in questo momento difficile, dopo una pandemia, con due guerre che incombono e un pianeta distrutto, per far crescere le nuove generazioni con coscienza critica, umana e culturale».

Infine, portare il teatro a scuola significa anche portare bambini e ragazzi a teatro, «dove c’è sempre meno pubblico» precisa, aggiungendo: «dobbiamo coltivare la comunità affinché diventi spettatore». Sul motivo per cui si fa così fatica a portare le persone agli spettacoli, Berto non ha dubbi: «A volte il costo è ancora troppo proibitivo, penso a realtà come la lirica, ad esempio. Bisognerebbe investire per dare la possibilità a tutti, anche a giovani e famiglie, di andare a teatro. Poi è necessaria la costruzione di progetti specifici e mirati per coinvolgere bambini e ragazzi».

Servono, a detta dell’artista che ha portato tra calli e campielli il teatro di cittadinanza, idee, visioni, contaminazioni. «Serve osare» conclude.

Читайте на 123ru.net