Al Sanfelice di Viadana educazione fisica insieme ai ragazzi con disabilità
L’attività sportiva può diventare un potente strumento di inclusione e integrazione delle persone disabili o che vivono in condizioni di marginalità sociale. Con tale consapevolezza, l’istituto superiore Sanfelice porta avanti il progetto sperimentale “Scuola, sport e disabilità”.
Sport per tutti
L’iniziativa si inserisce a pieno titolo nell’offerta formativa del liceo: otto classi dei vari indirizzi (cui a breve se ne aggiungeranno altre due), nelle ore di Scienze motorie e sportive, praticano attività adattate ai bisogni e alle potenzialità di soggetti svantaggiati. A tali lezioni, che hanno cadenza quindicinale, oltre agli studenti prendono parte diversi giovani disabili che frequentano i centri diurni “La cometa” e “L’alveare” di Casatico di Marcaria, la comunità-alloggio “Al primo piano” di Marcaria e il centro socio-educativo “Cantoni” di Pomponesco.
L’educazione fisica diventa così educazione civica a tutto tondo: grazie a strategie specifiche e all’organizzazione di molteplici esperienze ludico-sportive integrate, i soggetti più o meno abili hanno infatti l’opportunità di conoscersi, confrontarsi, dialogare e riscoprire il valore dell’accoglienza.
Tutela dei diritti
La tutela dei diritti delle persone con disabilità passa anche attraverso la possibilità di praticare uno sport, in quanto strumento in grado di assicurare occasioni di pari opportunità anche a chi vive in condizioni di svantaggio motorio, intellettivo o sociale.
La realizzazione del progetto vede scendere in campo diverse professionalità. Responsabile è il professor Gilberto Pilati, con cui collabora il collega Giuseppe Migliorini. Garantiscono inoltre il loro supporto i responsabili dei centri Roberto De Martino, Elisa Ruggeri e Marta Sanguanini e i rispettivi educatori professionali.
L’iniziativa è sostenuta e promossa anche dal Csi Mantova, sempre in prima linea nel sostenere buone pratiche di prevenzione del disagio sociale, nella convinzione che le finalità educative e pedagogiche condivise col mondo della scuola possano favorire la crescita di cittadini in grado di vivere in comunità, di accettare le differenze, di rispettare le attitudini di ciascuno: in definitiva, di costruire una società migliore.