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Trieste, piazza Unità d’Italia è da rifare: servono 5 milioni

Trieste, piazza Unità d’Italia è da rifare: servono 5 milioni

Il sindaco Dipiazza indica la doppia scelta: al centro i blocchi di Porto Vecchio con ai lati l’arenaria della cava di Muggia

TRIESTE Piazza dell’Unità è un malato che di anno in anno vede peggiorare le sue condizioni di salute: pietre completamente sgretolate, buchi sistemati alla meno peggio, persino con dei pezzi di legno, rattoppi.

La parte più ammalorata sembra essere quella prospiciente al palazzo della Prefettura, ma non c’è un metro quadrato di arenaria su quella piazza che oggi risulti integro.

Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza guarda a quelle pietre con un certo fastidio «perché è evidente che allora la scelta ricadde su materiale di scarsa qualità – così il primo cittadino –, mentre basta fare due passi in piazza Verdi, in piazza della Borsa o in via Torino dove il risultato è molto diverso perché sono state scelte delle pietre di valore, quelle delle cave di Muggia».

A questo punto, il sindaco torna alla carica e ammette: «Entro la fine del mandato vorrei regalare ai triestini una piazza rimessa a nuovo, sistemata finalmente come Dio comanda».

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I masegni del Porto vecchio e la pietra di Muggia

Il progetto nel 2022 era stato inserito nel piano triennale delle opere. Dipiazza però non azzarda previsioni riguardo alle tempistiche, ma l’idea in testa ce l’ha: «Nella parte centrale vorrei usare i masegni, recuperando quelli del Porto vecchio, mentre per la cornice, la fascia più a ridosso dei palazzi per capirci, userei la pietra della cava di Muggia, così da creare un percorso più idoneo, liscio, per le persone con difficoltà motorie, disabilità».

I costi e il confronto con la Soprintendenza

Una soluzione già adottata, ad esempio, nel tratto pedonale di via Diaz, davanti al Museo Revoltella: due fasce di arenaria ai lati e i masegni a disegnare il cuore della via. «Ovviamente dovremo confrontarci con la Soprintendenza – sottolinea – e recuperare i circa 5 milioni di euro necessari a sostenere il progetto». Un punto sul quale spera di poter trovare sostegno dalla Regione.

Il problema della dilatazione termica delle pietre

Nel pensare alla nuova pavimentazione, va poi tenuto conto dell’altro aspetto critico, ovvero quello dettato dalla dilatazione termica delle pietre e che in passato ha fatto letteralmente alzare l’arenaria. I giunti di dilatazione inseriti nel 2021 hanno solo in parte risolto la questione, ma la verità «è che la piazza si sta spostando verso il mare», sostiene il sindaco, facendo notare come nel punto di congiunzione tra la piazza e la viabilità sulle Rive, sul bordo l’asfalto si sia alzato, proprio come se qualcosa lo stesse spingendo.

«Questo movimento delle pietre è ben evidente anche guardando il pilone davanti alla Prefettura – indica Dipiazza –: pende leggermente verso il mare, e le pietre ai suoi piedi, nella parte verso la parte intera della piazza, sono sollevate».

Questo perché «non abbiamo a che fare con blocchi di masegno, bensì con delle pietre anche di scarso spessore e prive – ribadisce – di un efficace sistema di giunti di dilatazione».

In una recente visita a Bergamo, il primo cittadino ha avuto modo di «vedere una corretta applicazione dei giunti, ben progettati – racconta –, così come dovrebbe essere previsto per questa piazza, dove rinnovandola vorrei predisporre dei classici scoli in ghisa, mandando in pensione il sistema attuale che ha creato non pochi problemi».

La fontana dei Quattro Continenti

Il progetto di una rinnovata piazza non potrà non contemplare la possibilità di ridare l’idrico zampillo alla fontana dei Quattro Continenti. Il vano ricavato sotto la piazza, ai piedi della fontana, che cela il meccanismo capace di far funzionare il sistema di approvvigionamento dell’acqua, è allagato. I motori sono così fuori servizio. Servirebbe quindi un intervento non da poco, valutando poi anche la manutenzione necessaria a garantire la pulizia della fontana. —

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