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Corruzione elettorale, ai domiciliari il sindaco di Triggiano (Bari) e il marito dell’assessora regionale Anita Maurodinoia

Corruzione elettorale. È il reato contestato al sindaco di Triggiano (Bari), Antonio Donatelli, e Sandro Cataldo, marito dell’assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, e referente del movimento politico Sud al centro, che sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia su una presunta compravendita di voti per le elezioni comunali di Triggiano del 2021. L’indagine è stata avviata dopo il ritrovamento, il 6 ottobre del 2021 in un cassonetto per l’immondizia, di frammenti di fotocopie di documenti d’identità e codici fiscali.

Il nome di Anita Maurodinoia era comparso nell’inchiesta su mafia e politica che ha portato diverse persone in carcere, compresa una consigliera comunale di Bari, e conta 130 indagati. L’assessora, era emerso successivamente, sarebbe indagata dal 2019 per voto di scambio politico-mafioso. “Apprendo solo da organi di stampa di essere indagata, consapevole della mia assoluta estraneità a qualsivoglia ‘combine’ elettorale o illecito di qualsiasi tipo. Constato, da quel che mi è dato leggere che fonte di prova sarebbero intercettazioni – aveva dichiarato la politica – tra persone che non conosco, le quali, oltre me, nominano, con disinvolta leggerezza, soggetti, anch’essi, non coinvolti nei tristi fatti agli onori della cronaca”. Questa inchiesta ha generato anche un terremoto politico con la richiesta del Viminale che ha avviato un controverso iter per lo scioglimento del comune di Bari.

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