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Deve assistere il figlio con la leucemia: i colleghi di Mantova le regalano le ferie

Deve assistere il figlio con la leucemia: i colleghi di Mantova le regalano le ferie

foto da Quotidiani locali

Fare un regalo a un amico non è mai un problema. Se poi il conoscente è in ristrettezze economiche ci può scappare anche un piccolo aiuto in denaro per dargli una mano. Ma regalare le proprie ferie a una collega che sta vivendo un momento difficile della propria vita non è da tutti.

Lo hanno fatto gli operatori sanitari del Carlo Poma nei confronti di una collega dell’Oculistica che ha esaurito il congedo straordinario concesso dalla legge 104, tutti i permessi e le ferie correnti per assistere il figlio malato di leucemia che ha bisogno di frequenti cure e ricoveri ospedalieri.

Il gesto di grande solidarietà ha commosso tutto l’ospedale di Mantova e in particolare la beneficiaria della singolare donazione: giorni di ferie che le consentiranno di seguire da vicino le terapie del figlio sedicenne.

La domanda e lo stupore

«Quando ho fatto domanda agli uffici dell’ospedale non pensavo di ricevere tutta questa solidarietà, che è arrivata sia dai colleghi dell’Oculistica che da altri reparti – racconta Deborah Beltrami, 53 anni, operatrice socio sanitaria al Poma e in corsia da ventisei anni, prima anche in Urologia, Otorino e Maxillo – In pochi giorni mi hanno donato i primi trenta giorni di ferie e, anche se la donazione è anonima, ho saputo che una persona mi ha regalato addirittura dieci giorni in un colpo solo. Quello che hanno fatto i miei colleghi è una cosa straordinaria, non ci sono parole per ringraziarli. So benissimo che uno che lavora tanto non vede l’ora di andare in ferie per godersi famiglia e giorni di relax. Non è una scelta facile e per questo voglio dire grazie a tutti per avermi consentito di rimanere accanto a mio figlio in un momento molto difficile della sua vita e per la nostra famiglia».

Prima il padre, poi il figlio

Deborah spiega che i due anni di congedo concessi dalla 104 li aveva spesi in parte per assistere il padre malato. Poi, nel 2019, s’è ammalato il figlio, studente delle superiori a Mantova. «Per stargli vicino ho finito anche tutti i permessi e le ferie del 2023 e del 2024 – aggiunge – Potevo chiedere altri giorni. In questo caso il posto di lavoro lo mantieni ma i giorni concessi non vengono retribuiti. Tra febbraio e marzo di quest’anno mi sono trovata senza più un giorno di ferie perché mio figlio nel frattempo ha avuto una recidiva. Così ho fatto la domanda dopo aver saputo che c’erano colleghi e colleghe disponibili ad aiutarmi. E i primi trenta giorni sono arrivati. Probabilmente farò anche una seconda domanda perché mio figlio deve fare frequenti ricoveri all’ospedale di Brescia ed è in lista di attesa per un intervento complesso».

L’operatrice socio sanitaria del Poma tiene anche a sottolineare che non smetterà mai di ringraziare i suoi colleghi per quello che definisce «un gesto apparentemente semplice, che tuttavia mi ha donato la cosa più preziosa, l’unica che non avrei mai potuto acquistare: il tempo da trascorrere insieme a mio figlio».

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