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La Camera ha respinto la mozione di sfiducia per Daniela Santanché: 213 voti contrari, 121 a favore

Nell’Aula della Camera è stata respinta con 213 no, 121 sì e 3 astenuti la mozione di sfiducia presentata dal M5s e sottoscritta da tutte le opposizioni ad eccezione di Italia Viva, contro Daniela Santanché. La ministra del Turismo non era presente nell’Aula di Montecitorio. Ieri era arrivato il “no” alla sfiducia al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. La richiesta di sfiducia è arrivata a causa dell’indagine per truffa all’Inps che la riguarda nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sulla cassa integrazione Covid della società Visibilia.

I favorevoli – “Non vedo Santanché in Aula spero sia un presagio”, ha esordito il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Silvestri, intervenendo nell’emiciclo. “Per quanto ci riguarda, lei non sarebbe proprio dovuta diventare ministro. Ma voi l’avete nominata per la sua competenza? Spero di no. Per le sue capacità manageriali? Non credo, tutto quello che tocca diventa debito. È come se voi nominaste ministro della Difesa uno che vende armi. Ma dimenticavo, che in effetti voi questo lo avete già fatto”. E ha poi puntato il dito contro il governo che “tace davanti al fatto che il compagno della ministra e la moglie della seconda carica dello Stato facciano un guadagno di 1 milione dalla vendita di una casa nel giro di un’ora è una cosa che fa accapponare la pelle. State difendendo Santanché da un’accusa intollerabile, avere usato i ristori per il Covid in maniera impropria sottraendoli a chi ne aveva davvero bisogno”. Silvestri ricorda quindi che Daniela Santanché “ha chiesto e votato ben 18 mozioni di sfiducia“. E dunque, insiste, “siamo nell’ipocrisia più totale. Dite no al reddito di cittadinanza e poi difendete il ministro che è accusato di aver truffato l’Inps che è proprio l’ente erogatore del reddito. Penalizzate migliaia di persone per salvarne una. Complimenti”.

Azione con il deputato Francesco Benzoni, sostiene che “al momento Daniela Santanché non è colpevole. Ma la questione che la riguarda è di opportunità politica. Come può il ministro del Turismo vestirsi il lunedì da ministro e andare al ministero e il martedì vestirsi da imprenditrice e andare a gestire le sue aziende per le quali viene accusata di truffare lo Stato? Come può andare in giro per il mondo una così? E poi la cosa più grave è che la ministra ha mentito per ben due volte al Senato. E basterebbe questo per chiederne le dimissioni”.

Il vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, annunciando il voto a favore paragona la vicenda Santanché a quella che ha coinvolto Vittorio Sgarbi: “Almeno Sgarbi ha ammesso la sua incompatibilità con la dignità delle Istituzioni – ha detto – Questo Parlamento non vuole sostituirsi alla Procura, come insinua la destra, sono la gravità dei reati ipotizzati, truffa aggravata nei confronti dell’Inps, bancarotta e riciclaggio, e l’atteggiamento della ministra che si sente immune, a spingerci a chiederne le dimissioni”.

I contrari – A sostegno della ministra innanzitutto i compagni di partito, con il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che ha dichiarato: “Io non chiedo l’informativa di qualche ministro per quanto sta accadendo nella Regione Puglia, né chiedo le dimissioni del presidente della Regione. Mi limito a una riflessione. Non è vero che la mozione pone problemi di ordine politico, è scritta interamente sotto il profilo giuridico, anzi sotto il profilo di una mancata conoscenza giuridica. Bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale”, per questo “chiedo ai colleghi delle opposizioni, invece di dare testate contro il muro che la maggioranza è costretta ad alzare, di usare la testa” altrimenti continuerete a restare “opposizione”.

Gli alleati di governo di Forza Italia dichiarano fermamente la decisione di votare contro la mozione di sfiducia, usando la storia di Silvio Berlusconi, un “perseguitato”, come giustificazione della loro decisione. “Forza Italia voterà con convinzione contro la mozione di sfiducia alla ministra Santanchè, coerentemente con i principi fondamentali che un grande statista, Silvio Berlusconi, ha trasfuso nel nostro codice genetico – ha detto in aula Annarita Patriarca – La nostra bussola è e sempre sarà il garantismo. Le vicende giudiziarie devono essere affrontate nelle sedi appropriate, senza condizionare il dibattito pubblico”.

Anche la Lega, dopo il salvataggio di Salvini, si schiera dalla parte della ministra. Davide Bellomo si è detto “molto deluso dalla mozione presentata” che “sembra un’annotazione di servizio della Guardia di Finanza” o della “polizia giudiziaria”, “priva di argomenti della difesa e di un minimo vagito di confronto”. Bellomo ha puntato il dito contro le opposizioni parlando di un “garantismo per se stessi che non vale per gli altri”.

Una posizione diversa rispetto a mercoledì è stata espressa in aula da Italia Viva, per bocca di Roberto Giachetti. Mentre ieri il partito ha votato per la sfiducia a causa del “posizionamento politico di Salvini sulla Russia”, oggi la formazione centrista torna a difendere gli esponenti del governo Meloni. Giachetti ha dichiarato che “non possiamo farci condizionare nell’attività politica dalle vicende giudiziarie che devono avere il loro corso” ed è poi passato a snocciolare una lista di nomi di “perseguitati dalla giustizia” tra cui anche Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.

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