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Perché gli italiani non si fidano più degli influencer



Chiara Ferragni potrebbe essersi fatta molti nemici, soprattutto tra i suoi illustri colleghi. Il danno d’immagine della popolare imprenditrice non ha colpito solo lei, i suoi familiari e i suoi affari, è parecchio più profondo di qualunque emorragia di follower.

Ha generato una crisi che sta investendo l’intero settore degli influencer: negli ultimi mesi, quelli della burrasca innescata dal «Pandoro-gate», un italiano su dieci ha smesso di fidarsi di loro. E il dato è trasversale, riguarda tutte le generazioni: il 10 per cento del campione interpellato per Panorama ammette che seguiva le celebrità dei social, però non lo fa più oppure lo fa meno, anche alla luce dell’attualità recente. In generale, non è che gli influencer brillassero per chissà quale florida reputazione: quasi la metà dei nostri connazionali, un altro 48 per cento, fa sapere di non essersi mai fidato di loro, di non averli mai trovati interessanti o di non averli mai seguiti. È una diffidenza, e un’indifferenza, che schizza al 70 per cento tra gli ultra 55enni, si abbassa al 44 per cento nella fascia tra i 35 e 54 anni. Solo i giovani dai 18 ai 34 anni (nell’81 per cento dei casi) non nutrono particolari antipatie o manifeste ostilità nei loro confronti. E appena un quarto di chi ha meno di 35 anni afferma che Ferragni e compagnia sono in grado di determinare i loro comportamenti d’acquisto.

Guardando avanti, la fase grigia attraversata dagli influencer sembra essere il preludio di un futuro nero, da buio pesto: il sentiment, la percezione nei loro confronti, crollerà di un ulteriore 45 per cento nei prossimi dodici mesi rispetto a oggi. A prevederlo è Nextatlas, piattaforma che, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, monitora le conversazioni sui social network per anticipare il comportamento dei consumatori. «Questo scenario non suggerisce la fine degli influencer, ma piuttosto sottolinea la normalizzazione della cultura delle celebrità sui social media, ormai indistinguibile da quella delle celebrità tradizionali» commenta Luca Morena, Ceo di Nextatlas. A muoversi in controtendenza saranno i cosiddetti micro-influencer, quelli con poche decine di migliaia di seguaci e una specializzazione su argomenti specifici: «Nel 2024» osserva Morena «continueranno a crescere in popolarità, diventando più apprezzati dei mega influencer per via della loro potenziale autenticità e della capacità di creare un legame più profondo con i loro follower».

Statistiche ancora più marcate circa la caduta degli influencer si ritrovano in un’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli per l’associazione per la difesa dei consumatori Udicon: «Le vicende degli ultimi mesi hanno eroso la fiducia del 74 per cento degli italiani verso queste figure digitali» commenta Martina Donini, presidente di Udicon. Che aggiunge: «Il 79 per cento dei consumatori non si lascia più influenzare quando acquista un prodotto, segnando un netto cambiamento di atteggiamento rispetto al passato». Il giocattolo si è rotto, l’incantesimo è stato spezzato: gli influencer hanno perso il loro fascino. O giusto l’abilità di essere credibili.

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