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Da netturbino ad autista in Scs, la strada fatta da Saverio Reale

MAZZÈ. Il lavoro di operatore ecologico può riservare molte soddisfazioni e con il tempo portare a progressi lavorativi e sbocchi soddisfacenti per chi decide di intraprendere questa strada. A testimoniare le ampie possibilità che questa professione ha da offrire è l’esperienza di Saverio Reale, 32 anni di Mazzè, raccoglitore e addetto alla pulizia delle strade per l’azienda Scs (Società canavesana servizi) di Ivrea. Da netturbino, infatti, Reale è da poco passato a volgere l’incarico di autista.

Perché ha deciso di fare questo lavoro?
«Il mio primo impiego è stato nel settore del giardinaggio, per un’azienda di Castellamonte, poi nel 2016 in paese si parlava del bando di concorso della Società canavesana servizi e qualche concittadino che conosceva già quella realtà mi aveva spinto a partecipare. Devo essere sincero, l’ho fatto quasi per gioco, non ci credevo. All’epoca avevo un lavoro, non stabile, ma non ero proprio alla ricerca di un impiego sostitutivo. Alla fine ho passato tutte le prove e mi sono classificato nei primi dieci, così sono entrato in Scs con la qualifica di raccoglitore motocarrista. All’inizio facevo il lavoro di spazzamento, la raccolta porta a porta dell’indifferenziato, la raccolta della frazione organica e degli sfalci con il mezzo adibito a questa mansione. Grazie alla Scs, oltre alla patente B, ho preso anche le altre patenti».

Per quanto ha svolto queste mansioni e come si è evoluto il suo percorso negli anni?
«Mi sono sempre piaciuti i camion, ma non avevo mai pensato di fare il camionista. Sono stati i colleghi a insistere e consigliarmi per il futuro. Quando mi hanno assunto a tempo indeterminato nel 2019 ho subito cominciato il corso per ottenere patente C, poi la E e di lì a poco, anche grazie al fatto che alcuni colleghi che facevano gli autisti erano andati in pensione, sono diventato autista dei grandi mezzi aziendali. Da due anni il mio lavoro riguarda il trasferimento dei rifiuti alla guida di un bilico che si sposta da Ivrea all’inceneritore Trm del Gerbido di Torino».

Quali sono, secondo lei, gli aspetti positivi e negativi di questa professione?
«Premettendo che sono molto soddisfatto del mio percorso, da quando raccoglievo la spazzatura a oggi che faccio l’autista, c’è da dire che prima era un lavoro molto più fisico, con parecchie soste e ripartenze. Adesso anche quel settore è molto migliorato, grazie anche all’introduzione del sacchetto arancione che ha migliorato il conferimento dei rifiuti indifferenziati. In merito alle mansioni che svolgo oggi, fare l’autista richiede molta attenzione e concentrazione, in particolare quando ci si muove nel traffico della tangenziale. Il lavoro di raccoglitore mi piaceva, perché mi permetteva di girare per i 57 Comuni serviti da Scs, conoscere le persone e gli utenti, stare all’aria aperta e anche in mezzo alla gente. Cambiare spesso Comune permetteva di avere tanti rapporti con le persone, incontrare persone conosciute e fare nuove amicizie. Era un lavoro di squadra, dove mi rapportavo spesso con i colleghi per coordinarmi su cosa fare. Oggi sono da solo sul camion e sono più indipendente. Nel lavoro di prima serviva anche una certa capacità di rapportarsi con i colleghi e la gente, adesso sicuramente non serve molto questo aspetto. I momenti critici del fare l’autista sono collegati soprattutto agli incidenti per strada oppure alle lunghe attese agli impianti, quando si resta troppo fermi si hanno ripercussioni sulle attività della giornata lavorativa. Poi ci sono il traffico e il maltempo, con pioggia o neve noi siamo comunque in strada. Porto un camion lungo 18 metri e bisogna fare molta attenzione, gli imprevisti della strada sono molti e guidare questo mezze richiede sempre tanta attenzione».

È giovane e impiegato nell’azienda da pochi anni, eppure ha già fatto una discreta carriera, come vede il suo futuro in questo settore?
«Sono un ragazzo che non si vuole mai fermare, spero che ci sarà ancora possibilità di crescita nell’azienda, dato che si tratta di un gruppo che ha mostrato di saper premiare i dipendenti. Come quarto livello autista sono già fiero di quello che ho fatto. Ringrazio chi mi ha consigliato bene e chi mi ha offerto questa occasione». —

Valerio Grosso

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