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Pavia, venerdì corteo dei lavoratori in lotta per i 200 licenziamenti alla“Gottardo” di Broni

Broni. Sbarca a Pavia la protesta contro la chiusura della logistica Gottardo di Broni, che rischia di lasciare a casa duecento lavoratori. Venerdì mattina, a partire dalle 10, infatti, la Cub (Confederazione unitaria di base) Trasporti ha organizzato un corteo per le vie del capoluogo, «per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni affinché si arrivi a una soluzione dignitosa per i lavoratori che rischiano il posto» affermano gli autonomi. La manifestazione ha come obiettivo di allargare la platea di chi è a conoscenza di questa vicenda occupazionale.

La manifestazione partirà da piazza Guicciardi, di fronte al palazzo della prefettura, per proseguire lungo Strada Nuova fino ad arrivare in Piazza della Vittoria davanti al negozio Tigotà (la logistica oltrepadana distribuisce la merce con cui vengono riforniti i punti vendita del marchio); il corteo passerà poi da corso Mazzini e sosterà davanti a Palazzo Mezzabarba, sede del Comune di Pavia, prima di fare ritorno verso la prefettura. Sarà una nuova occasione di mobilitazione per il contesto delle logistiche in Oltrepo e in provincia: contesto caratterizzato da vertenze sindacali.

In una nota sindacale le ragioni di questa nuova protesta che arriva a Pavia.

«Stiamo parlando del licenziamento collettivo di duecento lavoratori, la procedura è stata già aperta, motivo per cui si sono già tenuti degli incontri in prefettura tra committente e sindacati per trovare una soluzione, che però al momento pare lontana – sottolinea la Cub Trasporti, che sta seguendo la vertenza – Se tra due mesi, che sono i tempi previsti per legge per trovare un accordo tra le parti, la vicenda dovesse chiudersi con il licenziamento collettivo, come paventato, porterebbe sul territorio 200 famiglie a trovarsi in una situazione di grave crisi». Il sindacato rimarca con un’immagine forte le ragioni di questa vertenza: «In una realtà come quella di Broni – si legge, infatti, ancora nella nota diffusa da Cub Trasporti – che conta circa diecimila abitanti, vorrebbe dire che un decimo di loro, contando i nuclei famigliari dei duecento licenziati, e a ricaduta anche l’indotto, si ritroverebbero in enorme difficoltà». —

O.M.

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