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Il teatro Verdi sarà monumento nazionale

Il teatro Verdi sarà monumento nazionale

foto da Quotidiani locali

Il teatro Verdi di Padova è (quasi) un monumento nazionale. Il 3 aprile pomeriggio la Camera dei Deputati ha approvato (con 172 sì, 46 no e 65 astenuti) il testo unificato delle proposte di legge che puntano a dichiarare “monumento nazionale” 408 teatri italiani, tra cui, appunto, quello della città del Santo. Un testo riscritto con due emendamenti presentati dalla Commissione Cultura. La strada è più che a metà e, ora, la parola passa al Senato per la votazione.

La storia del Verdi

Soddisfazione da parte del deputato della Lega (nonché segretario regionale) Alberto Stefani, autore di uno degli emendamenti inseriti nel testo e sostenitore dell’iniziativa per valorizzare il teatro padovano, uno tra i più grandi teatri del Veneto con oltre 700 posti ripartiti fra platea, tre ordini di palco con galleria e un grande palcoscenico, costruito nel 1748 da Giovanni Gloria e poi ristrutturato nel 1846 da Giuseppe Jappelli che realizzò la facciata curva con il portico a undici arcate.

L’edificio – prima denominato teatro Nuovo – fu intitolato a “Verdi” dopo l’unità d’Italia.

I vantaggi

Resta la domanda: che cosa porterà questa classificazione a monumento nazionale? Più soldi? Una maggiore possibilità di offerta culturale magari spalmata nell’arco dell’anno? Il testo approvato prevede che possano essere monumenti nazionali «i teatri la cui edificazione risalga ad almeno 100 anni» o quelli «la cui programmazione sia rivolta ad attività di spettacolo dal vivo con il concorso finanziario pubblico».

Nel provvedimento si legge pure che dall’attuazione di questa legge «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Insomma le amministrazioni competenti «vi provvedono nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente». —

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