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Usura ed estorsione, due arresti a Vigevano

Usura ed estorsione, due arresti a Vigevano

Altri due indagati: applicavano interessi fino al 150%. Tra le vittime ci sono anche imprenditori e commercianti

VIGEVANO. Prestavano denaro a interessi fino al 150% e per riavere le cifre pattuite minacciavano le malcapitate vittime, le loro famiglie, pretendevano la cessione di beni di loro proprietà a prezzi stracciati. Mercoledì sera i militari della compagnia Carabinieri di Vigevano hanno arrestato due persone e indagato altri due soggetti che gestivano lo strozzinaggio in danno di alcuni vigevanesi. Sono tre le vittime sinora accertate. A capo della banda è stato identificato un uomo di 55 anni, residente in città, di origini albanesi.

La tattica era questa: in un primo momento il 55enne concedeva facilmente prestiti a soggetti in stato di bisogno, anche imprenditori e commercianti impossibilitati ad ottenere finanziamenti dalle banche in momenti di bisogno. Dopo aver prestato il denaro alle proprie vittime, l’usuraio pretendeva la restituzione delle somme elargite in tempi brevissimi e con tassi da usura, anche del 150% ed oltre.

Le vittime venivano minacciate di morte e di violenze, che si realizzavano per mano di altri due complici, un albanese e un rumeno, che si prestavano per dare man forte all’usuraio. Le vittime venivano pressate con ritmo asfissiante e gli estorsori non esitavano a presentarsi anche sul posto di lavoro, armati di manganello, per pretendere il pagamento di rate arbitrariamente stabilite.

In una occasione una delle vittime è stata addirittura costretta a svendere a uno degli estorsori, per poche migliaia di euro, il fuoristrada di proprietà, con la minaccia di ritorsioni nei confronti dei familiari.

Le prove raccolte dagli inquirenti a seguito della denuncia presentata da una delle vittime ha permesso di ricostruire un quadro accusatorio che ha portato il tribunale di Pavia ad emettere un decreto di applicazione di misura cautelare personale nei confronti dei due soggetti, portati nel corso della nottata presso la casa circondariale Torre del Gallo di Pavia.

Il secondo è per ora deferito solo in stato di libertà, avendo avuto un ruolo più marginale nella vicenda, così come un sessantunenne italiano, che ha svolto la funzione di intermediario in occasione della cessione in affitto di una abitazione nella disponibilità di una delle vittime, costretta a locare il bene ad uno straniero cedendo al suo usuraio i proventi della caparra e dell’affitto, a titolo di risarcimento parziale del debito.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati quasi 14.000 euro in contanti, oltre a un manganello e un tirapugni impiegati dal gruppo per intimorire le proprie vittime. Le indagini proseguono per verificare l’eventuale esistenza di altre parti offese, che, spesso, non denunciano o pensano di poter gestire e affrontare la situazione da soli, senza chiedere alcun aiuto.

I carabinieri spiegano che chi è vittima di usura non deve avere timore di rivolgersi alle autorità. «Inoltre – aggiungono - non è necessario che la segnalazione provenga direttamente dalla vittima, ma anche un familiare, un amico o un collega di lavoro, che si accorge dell’esistenza di una situazione di pericolo di questo genere, può denunciare il fatto in un qualsiasi ufficio delle forze dell’ordine».

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