World News in Italian

Artigianato a Padova, corre l’occupazione: prima provincia con il +9%

L’incertezza e l’aumento dei costi causati dalla guerra in Ucraina non hanno fermato l’artigianato padovano, caratterizzato da una grande capacità di resilienza delle imprese: Padova è infatti in testa alla classifica delle 20 province per aumento del tasso di occupazione e tra i territori a maggior presenza di artigianato.

[[ge:gnn:mattinopadova:14197021]]

Dal 2021 al 2023, il tasso di occupazione è del +9%. È quanto emerge dall’analisi dei dati Istat sul mercato del lavoro, effettuata dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese.

«Nonostante due anni difficili, caratterizzati da un violento choc energetico, da un’accentuata stretta monetaria e dalla perdita del potere di acquisto delle famiglie, il tasso di occupazione è salito in un territorio in cui l’occupazione nell’artigianato è superiore alla media nazionale» spiega Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova.

«Del resto Padova, e in particolare la sua provincia, sono più dinamiche anche in parte per la collocazione geografica che le vede al centro del Veneto. Ma il primato è riconducibile anche alla presenza della Fiera che, con eventi come “Casa su Misura”, dà possibilità al territorio di farsi conoscere».

L’occupazione delle imprese artigiane, sul territorio, è pari al 19,7%, ben al di sopra della media nazionale, ferma al 14,8%.

Nella top 20 seguono Ascoli Piceno, con un aumento del tasso di occupazione del 7,6% e Prato che registra un +6,4.

Con un tasso di occupazione in crescita, le aziende competono quindi per attirare e trattenere i lavoratori. Del resto, la difficoltà delle imprese nel reperire personale è ormai nota: nel 2023, le aziende padovane hanno cercato 87.220 figure professionali, trovandone solo la metà.

A testimoniarlo sono i dati di Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior.

Nel 32% dei casi, le imprese hanno cercato giovani. Un esercito di quasi 28.000 ragazzi scarsamente reperibili nel mercato del lavoro. Le figure più difficili da trovare sono gli operai specializzati. La difficoltà di reclutamento è del 72,8%. Tra i settori più colpiti, quello delle costruzioni (72%), così come trasporti (68%), metalmeccanica, moda e impiantistica.

«I motivi per cui si fatica a trovare personale sono molteplici» prosegue Dall’Aglio «e questo va da un disallineamento tra scuola e lavoro, a quello tra aspettative e vita reale, fino al fatto che si fatica a capire veramente in cosa consiste il lavoro artigiano, che non è un’attività deprimente, squalificante o poco redditizia come spesso si crede.

Come abbiamo dimostrato anche con il Digital Artifex, siamo di fronte a un mondo molto frizzante, in cui è possibile mettere in evidenza il proprio talento e avere successo senza gavette infinite. Inoltre, è un settore in cui il reddito è garantito» assicura «spesso, uno dei problemi è che i giovani rincorrono un lavoro che non esiste nella vita reale. Gli stessi influencer sono i nuovi artigiani poiché, così come facciamo noi, sfruttano capacità e tecnologia».

L’Ufficio studi di Confartigianato Imprese ha stimato il costo del mismatch connesso a lunghi tempi di ricerca dei lavoratori: prendendo a riferimento il tempo impiegato dalle imprese per trovare la figura professionale ricercata nel 2022 e considerando una difficoltà di reperimento di sei mesi e oltre, in Italia viene stimato un costo dovuto al disallineamento di 16,2 miliardi di euro. Il Veneto è la seconda regione dopo la Lombardia e, in provincia di Padova, il costo per le medie e piccole imprese è di 196 milioni.

Secondo i dati del 2023, le imprese impiegano in media 3,3 mesi prima di riuscire a ricoprire la posizione vacante, che sale a 4,8 mesi nel caso della ricerca di un operaio specializzato (Unioncamere-Anpal, 2024).

«Le nostre imprese sono laboratori di creatività e incubatrici di talenti. Tuttavia, faticano a trovare lavoratori adeguati a sostenere la loro crescita» precisa Dall’Aglio «con le nostre attività associative vogliamo che i giovani comprendano maggiormente le potenzialità dell’artigianato, superando stereotipi che non consentono loro di cogliere straordinarie opportunità.

Del resto le aziende a gestione straniera nel settore sono ormai attorno al 10% a livello nazionale, il che significa che chi arriva da fuori ha capito le potenzialità di questo ambito e la possibilità di realizzarsi come imprenditori».

Читайте на 123ru.net