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La Triestina contro l’Atalanta ha superato un test mentale

La Triestina contro l’Atalanta ha superato un test mentale

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Sul piano del risultato e della classifica il pareggio nella gara di recupero con l’Atalanta non può aver ridestato l’entusiasmo dei tifosi. I tre punti, messi in tasca a una manciata di minuti dal termine del match, avrebbero messo il Vicenza (con quasi un tempo da recuperare sullo 0-1 a Sesto San Giovanni) nelle condizioni di inseguire con il fiatone la terza piazza ora occupata dall’Unione. È anche vero tuttavia che il punto raccolto ha blindato (a meno di debacle rossoalabardate) la quarta piazza. Una posizione da migliorare ma non da disprezzare visto l’avvio della gestione Bordin che aveva segnato un crollo delle azioni alabardate tanto da far pensare ai tifosi più scettici addirittura a una clamorosa uscita (per quanto priva di logica) dalla zona play-off.

Al di là dell’aspetto numerico che conta, soprattutto a quattro turni dal termine della regulare season, è utile soffermarsi su altri elementi emersi nel match con l’Atalanta baby. In primis non dimenticando la natura dell’avversario. I nerazzurri di Modesto, come le altre seconde squadre, rappresentano un’anomalia nel panorama della C. Il suo modo di giocare è molto diverso dalla gran parte delle compagini di terza serie: gestione della palla, ritmo, pochi falli e pensiero dei giocatori rivolto più allo sviluppo del gioco che all’obiettivo finale. Quello arriva naturalmente vista la freschezza atletica il talento di alcuni uomini (Palestra, Capone, Vlahovic, Vismara) che tra non molto calcheranno campi più nobili. E non è un caso se l’Atalanta tende a fare più fatica con le squadre rognose che con le big. Ebbene mercoledì pomeriggio al Tognon la Triestina di Bordin ha voluto giocare a viso aperto creando parecchio (nella difesa ospite mancava qualche pedina) e concedendo spazi all’avversario. Quattro-cinque occasioni da una parte e dall’altra sono il dato statistico della sfida. Il test contro i bergamaschi è stato una tappa del percorso di crescita quanto a identità e personalità della gestione Bordin. Il tecnico, dopo le quattro sconfitte, aveva preso come base per cercare di ripartire il rafforzamento del sistema difensivo, affidandosi a qualche colpo dei singoli davanti.

Ma già ad Arzignano la Triestina aveva giocato senza timori, vincendo e convincendo anche nella gestione autorevole del match. E contro la squadra di Modesto, di livello più alto delle precedenti avversarie, la mentalità è stata propositiva. I limiti non mancano ma la ricerca della manovra, grazie anche al rientro in forma di Correia, è un buon viatico per giocarsi la terza piazza e soprattutto per essere competitivi nei play-off.

La condizione atletica generale sembra essere soddisfacente. Le gare giocate a ripetizione hanno lasciato qualche strascico solo nei finali sia di Arzignano che del Tognon. E questo può condizionare anche la sfida di domenica contro la Virtus. La convinzione nei propri mezzi (molto buoni ma non eccellenti) è definitivamente tornata nelle teste degli interpreti. Bordin ha anche avuto gol e prestazioni dai subentranti e questo atteggiamento tradizionalmente è un parametro sullo stato di salute del gruppo.

L’allenatore non ha ancora utilizzato lo spessore di Celeghin (titolare inamovibile lo scorso anno e con Tesser) per scelta tecnica opinabile e la personalità di Struna per i continui infortuni dello sloveno. Va dato atto tuttavia al tecnico di essere riuscito, passo dopo passo, a rianimare una squadra alla deriva.

Al momento non ci sono le basi per delineare un finale di stagione sfavillante ma la crescita di condizione mentale e fisica è una garanzia di ritrovata competitività.

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