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Appartamenti e Rolex dall’amica: padre e figlio condannati per usura

Appartamenti e Rolex dall’amica: padre e figlio condannati per usura

foto da Quotidiani locali

Tre appartamenti e un orologio Rolex. Questi gli ingredienti del processo a carico di Claudio Moioli, immobiliarista di città, a giudizio insieme al padre Gianluigi, con l’accusa di usura ai danni di una 50enne con la quale in passato aveva avuto relazione.

La sentenza

Il collegio di giudici presieduto da Giacomo Forte ha emesso la sentenza di condanna: 3 anni e 6 mesi e 12mila euro di multa per Claudio Moioli e 2 anni (pena sospesa) per il padre Gianluigi e 5mila euro di multa.

Per quanto riguarda la parte civile padre e figlio dovranno risarcire la parte offesa con 10mila euro. Disposta anche la confisca delle somme sequestrate e la restituzione degli immobili.

La difesa

L’immobiliarista nel corso del processo si è sempre difeso dicendo che quei tre appartamenti li aveva comperati e di non aver mai fatto usura. «Mi sono intestato le proprietà per aiutarla quando era in difficoltà».

Questa, in estrema sintesi, la ricostruzione della relazione economica con la donna che lo ha portato in tribunale. A intentare la causa nei suoi confronti era stata una 50enne di Mantova con la quale era rimasto in rapporto di amicizia. Amicizia che, a detta della donna, difesa dall’avvocato di parte civile Giuseppe Pesce, si era trasformata in un rapporto di sopraffazione.

Gli immobili

Il fulcro del processo ruota attorno ad alcune compravendite di immobili. La donna ha raccontato che in un periodo difficile della sua vita si era trovata nella necessità di chiedere dei finanziamenti a società di prestito che non riusciva a rimborsare.

Moioli, per darle una mano, le aveva proposto l’acquisto di tre suoi immobili e di un Rolex. L’accusa della donna è che Moioli avrebbe violato l’accordo di restituirglieli una volta saldati i debiti. Ma l’immobiliarista si è sempre difeso sostenendo che non si era trattato di un prestito, ma di un acquisto per aiutarla.

Nel corso dell’udienza l’avvocato di parte civile ha precisato che Moioli aveva acquistato la nuda proprietà dei tre appartamenti pagandoli 70mila euro quando invece il loro valore commerciale era molto più elevato. Ma sempre secondo l’accusa una parte di quel prezzo pattuito era tornato nella disponibilità dei Moioli per estinguere il debito della 50enne con la finanziaria. Sempre secondo la parte civile Moioli non aveva pagato i debiti della donna.

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