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Travolta dall’auto, poi il corpo gettato in una discarica: ecco cosa è successo alla piccola Danka

Travolta dall’auto, poi il corpo gettato in una discarica: ecco cosa è successo alla piccola Danka

La bambina era stata investita dall’auto degli operai che hanno confessato il crimine. Si cerca ancora il cadavere

BELGRADO Dopo dieci giorni, la tragica conclusione di una vicenda che ha commosso e tenuto col fiato sospeso la Serbia e gli interi Balcani, ma anche l’Austria. Danka Ilic, la bimba serba di neppure due anni scomparsa la settimana scorsa dall’area di Bor, cittadina mineraria nella parte orientale del Paese balcanico, è stata uccisa nel giorno stesso della sparizione. E il suo corpo, mentre la si cercava in ogni dove, era stato gettato in una discarica abusiva.

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La comunicazione

È questo il drammatico finale della vicenda tratteggiato dal presidente serbo Aleksandar Vucic, durante una sessione straordinaria del governo. «Ho brutte notizie sulla bimba, la nostra Danka di Bor», ha interrotto la riunione Vucic, dopo aver ricevuto da un collaboratore una cartellina blu con dentro le ultime informazioni sul caso. Poi, con voce contrita, ha continuato: «La polizia ha arrestato due persone che, da quanto comprendo, l’hanno uccisa e hanno confessato, con che mostri abbiamo a che fare», ha esclamato il leader serbo.

La ricostruzione

A stretto giro di posta, la conferma della polizia, che ha annunciato l’arresto di due uomini, entrambi di 50 anni, identificati con le iniziali S.J. e D.D., entrambi di Bor, operai presso l’acquedotto cittadino. I due «hanno ammesso di aver compiuto il crimine», hanno specificato le forze dell’ordine in una stringata nota. Maggiori dettagli sono stati forniti nel pomeriggio dal ministro degli Interni, Bratislav Gasic, che ha raccontato come si sarebbero svolti i fatti. Danka arriva con la madre Ivana e l’altro figlioletto nel villaggio di Banjsko Polje, il luogo della scomparsa, alle 13.10 del 26 marzo. L’idea era quella di far giocare i bimbi all’aria aperta.

Dopo un po’, il fratello di Danka chiede dell’acqua, Ivana si assenta un attimo e la figlioletta si allontana, finendo poi su una vicina strada asfaltata. La mamma si accorge che Danka è sparita, la cerca, non la trova, lancia l’allarme: chiama il marito, poi la polizia, che si attiva subito. Ma Danka era già stata investita «dall’automobile», una Fiat Panda aziendale bianca, guidata dai due operai, in zona per delle riparazioni. Dopo averla travolta, invece che chiamare i soccorsi, i due la caricano in auto, la nascondono sotto gli attrezzi e ripartono. Successivamente – dettaglio agghiacciante – vengono fermati dal padre di Danka, che disperato chiedeva informazioni sulla figlioletta. «Non sappiamo nulla», la risposta dei due malgrado la bimba fosse in auto, ha svelato Gasic.

L’epilogo

Infine, l’ultimo atto: i due abbandonano il corpicino in una vicina discarica, come fosse un sacco della spazzatura – e i resti di Danka, malgrado le ricerche, non sono ancora stati trovati. Si sospetta che il corpo sia infatti stato spostato successivamente da uno degli arrestati. Visto il quadro, poco sorprende che la Procura indaghi per «omicidio aggravato».

Nei giorni scorsi

Conclusione tragica della vicenda di Danka che nessuno si augurava, anche se dopo dieci giorni di ricerche e malgrado l’emissione di una “yellow notice” Interpol, il pessimismo era ormai palpabile. Durante le ricerche c’era stato anche qualche breve sprazzo di luce. L’ultimo era stato provocato da un video, girato da un cittadino serbo residente a Vienna e reso pubblico sabato scorso, che ritraeva due donne assieme a una bambina, assai rassomigliante a Danka, in attesa a una fermata del tram della capitale austriaca. «Si può escludere senza ogni ombra di dubbio ogni collegamento» tra di esse e Danka, aveva reso noto però ieri mattina la polizia di Vienna. Prima dell’annuncio della morte della bambina.

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