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Addio a Behrens, anima del negozio Maizen di Trieste: «Lasceremo accese le luminarie per Albert»

TRIESTE L’anima dello storico negozio di componenti elettrici Maizen, il 67enne Albert Behrens, se ne è andato all’improvviso lo scorso venerdì. In quegli spazi al civico 5 di via Giulia, di fronte al giardino pubblico, ci era entrato a soli 14 anni, da dipendente allora, imparando così il mestiere dell’elettricista. Poi nel 1990 la svolta, con la sua decisione di rilevare l’azienda dalla famiglia Maizen-Bernardi, mantenendo il punto vendita, allargando negli anni il magazzino e sviluppando una delle imprese di impianti elettrici più importanti e affidabili della città. Una delle ultime botteghe del settore.

Una vita dietro al bancone

Dietro a quel bancone consumato dal lavoro, dai segni degli attrezzi usati per tagliare i cavi e confezionare la merce, Behrens ci ha passato la vita. E appena staccava, appena il lavoro glielo permetteva, correva a casa dai suoi amati gatti – tutti e quattro hanno già trovato una sistemazione – o nel grande garage, che negli anni aveva attrezzato per ospitare la sua preziosa collezione di moto d’epoca, che sistemava, restaurava con meticolosità.

La commozione dei dipendenti

I suoi nove dipendenti, anche oggi, erano rigorosamente sul posto di lavoro «perché la ditta deve andare avanti, come avrebbe voluto Albert», assicura commossa Ingrid, da 27 anni al fianco di Behrens nella conduzione del negozio. «Era una persona innovativa – aggiunge la collaboratrice –, attento alle novità, ma che aveva deciso di conservare intatto il negozio, mantenendo il mobilio, i dettagli, l’insegna, proprio perché andava fiero della lunga storia di questa azienda e di ogni angolo di questo foro commerciale».

Un locale storico

Come dargli torto, visto che quel negozio, con quello stesso arredamento, già nell’Ottocento ospitava una drogheria. Quei consumati cassettoni che nel 1920 Giuseppe Maizen riempì di fili elettrici, lampadine e metri di cavi, in precedenza erano serviti invece a contenere legumi, spezie o chicchi di caffè.

Morto Maizen, a seguire l’azienda arrivò Federico Bernardi, il genero, e successivamente Franco Bernardi, il nipote che poi passò il testimone proprio a Behrens. Nel tempo la storica attività è diventata punto di riferimento tanto del privato cittadino, che entra per comperare una lampadina, un ventilatore, una stufetta o una luminaria natalizia, quanto dell’impresa artigiana alla ricerca di un articolo particolare, che solo Maizen può conservare. Considerando anche come in città, di negozi specializzati nella vendita di componenti elettrici ormai se ne contino veramente pochi.

Avanti per la sua strada

Behrens si dedicava sì alla vendita al dettaglio, «ma nasceva elettricista – rimarca Ingrid –, e quindi quello che lo appassionava di più era seguire gli impegni della ditta di impiantistica». La grande distribuzione, i negozi gestiti da titolari cinesi, le vendite online «non l’hanno mai spaventato – aggiunge –: lui andava avanti per la sua strada, con un occhio alle novità e un’ancora nel passato, guardando soprattutto alla qualità». Infatti, in un’intervista rilasciata proprio a Il Piccolo una decina di anni fa, Behrens raccontava di come «il lavoro mi appassiona, quindi cerco di dare ai miei clienti più di quanto possa offrire un mega centro commerciale».

Il ricordo dei clienti

Davanti alla notizia della morte del titolare, in questi giorni in negozio è un continuo viavai di clienti, amici, residenti della zona che passano a dare un segnale di affetto, di vicinanza, ricordando qualche aneddoto e, soprattutto, dando testimonianza della correttezza che Behrens negli anni aveva loro dimostrato. «Era quel che si dice un “orso buono” – constata Ingrid –, che manteneva un po’ le distanze, che non dava immediatamente confidenza, ma poi si rivelava una persona di una bontà e di una disponibilità unica. Lo ha dimostrato negli anni anche con i dipendenti, ai quali teneva molto: tutti abbiamo imparato molto da lui».

Passando in via Giulia, estate e inverno, è impossibile non notare le luminarie di Maizen sempre accese: una a forma di lampione e l’altra, più recente, a forma di stella cometa. «Continueremo ad accenderle – assicura la collaboratrice storica –, ogni giorno, proprio per ricordare Albert». —

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