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Gorizia, il ponte del Torrione avrà un terzo arco: lo renderà più stabile

Gorizia, il ponte del Torrione avrà un terzo arco: lo renderà più stabile

foto da Quotidiani locali

GORIZIA Non sarà un intervento per nulla banale quello che dovrà essere realizzato per mettere in sicurezza lo storico ponte del Torrione, attualmente piuttosto degradato.

Niente “stucco e pittura” insomma, come direbbe il sindaco Rodolfo Ziberna, ma un’opera di grande rilievo che comporterà una spesa milionaria: ad oggi, i costi sono stimabili complessivamente in circa 5 milioni e mezzo di euro, di cui 4.007.000 per i lavori e oneri per la sicurezza e 1.494.300 euro per somme a disposizione. E non è detto che con il passare del tempo e con l’aumento irrefrenabile dei costi delle materie prime, il conto possa ancora salire nei prossimi mesi.

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La relazione dell’ingegnere

Illuminante è la lettura della relazione di vulnerabilità statica e sismica dell’infrastruttura redatta dall’ingegnere Andrea Di Santolo, il professionista incaricato dall’amministrazione comunale che è stata analizzata e discussa nell’ultima seduta della Giunta comunale. Si sa che i ponti sull’Isonzo sono diventati “osservati speciali” a Gorizia: tutti i manufatti cittadini vengono sottoposti a verifiche e indagini, a fronte del passare degli anni e in particolare delle nuove caratteristiche dei flussi di traffico. Un’attenzione che è diventata ancora più forte dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova.

Ma torniamo al ponte cosiddetto “del Torrione”. Sostanzialmente, verrà realizzato un terzo arco gemello ai due già esistenti, a monte del manufatto. Verrà comunque mantenuto sempre aperto il traffico veicolare a senso unico alternato sulla porzione di impalcato non interessato ai lavori: questo per non mandare in tilt il passaggio delle auto lungo un punto nevralgico in entrata alla città.

La variante urbanistica

I tempi, diciamolo subito, non saranno affatto brevi perché è necessaria la redazione di una variante urbanistica: è stata accertata, sì, la compatibilità dell’intervento proposto ma, al tempo stesso, anche la sua “non conformità” con lo strumento urbanistico vigente. Da qui, la procedura che dovrà per necessità di cose aprirsi.

«Affiancare un terzo arco ai due esistenti - spiegano i progettisti - presenta notevoli vantaggi: il nuovo manufatto è, infatti, propedeutico alla ristrutturazione del ponte ma, a opera conclusa, è parte integrante e funzionale dello stesso. Consentirà inoltre il passaggio in corso d’opera, seppure a senso unico alternato, dei veicoli e dei pedoni su corsie dedicate, per arrivare a una sezione trasversale complessiva del ponte ristrutturato tale da consentire una separazione dei diversi tipi di utenza (pedoni, ciclisti, veicoli) su corsie dedicate e protette da barriere di sicurezza in conformità alle prescrizioni della normativa».

Le criticità dell’impalcato

Ricordiamo come il ponte che attualmente conosciamo venne realizzato nel 1946. Sostituì quello precedente che era costituito da una struttura a traliccio metallico a tre campate che venne distrutto nel corso della Seconda guerra mondiale.

Tornando alla relazione di vulnerabilità statica e sismica nell’ottobre 2020, nel documento vengono evidenziate con dovizia di particolari le criticità, ovvero la precarietà dell’impalcato e degli elementi verticali. La giunta - già quattro anni fa - aveva richiesto al progettista, tra le altre cose, una soluzione progettuale che consentisse il mantenimento del traffico veicolare e ciclo-pedonale durante l’esecuzione delle opere di rifacimento dell’impalcato del ponte. Al termine del 2021, sono state proposte tre alternative progettuali all’amministrazione, per individuare quella che meglio delle altre risponde alle esigenze di funzionalità tecnica ed economica dell’opera. La soluzione prescelta del terzo arco risulta, oggi, quella che meglio risponde al rapporto costi/benefici.

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