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Confini, ecco quali sono le sfide e i rischi del Nord Est

Passato e presente dei rapporti tra Occidente e resto del mondo. Frontiere, caduta dei confini, integrazione europea e venti di guerra che soffiano sul continente (ma si può tranquillamente dire sull’intero globo).

Un paniere di argomenti, quantomai attuali, che sono stati al centro del convegno di Gemona, moderato dal vicedirettore del Messaggero Veneto (Gruppo Nem) Paolo Mosanghini, “Oltre il muro: i rapporti Est-Ovest in Europa dalla Guerra Fredda a oggi” cui hanno preso parte, al teatro di Gemona, anche gli esperti dell’Istituto affari internazionali (Iai) di Roma.

«Questo territorio, crocevia di culture e storie millenarie, è stato teatro di profondi cambiamenti – ha detto il vicesindaco e assessore di Gemona Flavia Virilli –. Oggi, in attesa di Go!2025, discutere di questi temi significa esplorare il processo di riconciliazione e integrazione che ha caratterizzato il continente dopo la caduta del muro di Berlino».

Da parte sua, invece, l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli ha sostenuto come «l’appuntamento del prossimo anno, con Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della cultura, pone il Friuli Venezia Giulia ancora più al centro delle trasformazioni di una nuova Europa nella quale si inserisce come regione virtuosa, modello da prendere a esempio in particolare per sua la capacità di stringere proficue relazioni con i Paesi contermini di Slovenia e Austria e di far crescere così armoniosamente il territorio».

A sottolineare l’importanza dei temi anche l’onorevole Isabella De Monte.

Gli esperti dell’Iai, quindi, sono entrati maggiormente nello specifico.

«Per cogliere la complessità della storia delle regioni nordorientali, dobbiamo ripensare criticamente al concetto di confini – ha detto Leo Goretti, responsabile del programma Politica estera dell’Istituto –. Dobbiamo andare oltre l’idea che i confini siano realtà naturali, per comprendere invece i processi storici e culturali che di volta in volta li definiscono, li modificano, li rendono più rigidi o permeabili, fino a farli addirittura scomparire».

Alessia Chiriatti, a capo del programma Formazione dell’Iai, ha invece analizzato un altro aspetto. «Le generazioni cresciute dopo la caduta del muro di Berlino e figlie del messaggio trasmesso grazie alla visione europea di un unico popolo unito dagli stessi valori – ha sostenuto – hanno vissuto in un clima di maggiore distensione politica e di crescita e sviluppo economico.

Oggi, in un’era caratterizzata da sempre più frequenti crisi e conflitti, questa narrazione è messa a dura prova da nemici e da sfide che dichiariamo fuori dai nostri confini».

Filippo Simonelli, junior researcher dell’Istituto ha invece ricordato il caso di Trieste e in particolare «la nascita e lo sviluppo del grande mercato di Piazza Ponterosso che rappresenta una delle vicende più straordinarie che si sono verificate non solo lungo il confine orientale italiano, ma di tutta la linea di divisione tra Est e Ovest nella Guerra Fredda».

Al teatro di Gemona hanno partecipato alcune classi di studenti dell’istituto Magrini-Marchetti e alcuni rappresentanti dell’università della Terza età del Gemonese.

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