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Rossetto appiedato  dalla Corte dei Conti: stoppata la nomina all’Autorità della laguna

Rossetto appiedato  dalla Corte dei Conti: stoppata la nomina all’Autorità della laguna

Il Ministero dovrà rispondere alle contestazioni dei giudici. Salvaguardia ferma, senza fondi palazzi a rischio crollo

L’Autorità della laguna slitta di altri due mesi. Intanto la salvaguardia è ferma. I fondi della Legge Speciale non arrivano, la manutenzione segna il passo. E in centro storico molti edifici rischiano di crollare. Un caso, clamoroso, è quello delle ultime ore. Palazzetto Favero a San Polo, una parte dello storico palazzo Bernardo, è stato sgomberato con un’ordinanza del sindaco a tutela della Pubblica incolumità, calle della Madonna chiusa al transito, gli abitanti evacuati.

I vigili del fuoco hanno riscontrato lesioni strutturali, e il crollo delle capriate del tetto e del solaio del terzo piano. Colpa del degrado e delle condizioni di abbandono di decenni. Ma molti edifici storici della città sono in queste condizioni. Alcuni, sui canali di maggior traffico, rischiano il crollo a causa del moto ondoso, altri per i mancati interventi di restauro e manutenzione. Un criticità estesa, peggiorata negli ultimi anni. Da un ventennio infatti i fondi della Legge Speciale non arrivano più in città, dirottati quasi tutti al Mose e alle grandi opere. Niente più restauri, niente contributi ai privati. E da Roma nulla si muove, nonostante il Comune abbia chiesto più volte il ripristino di questi finanziamenti.

La salvaguardia diffusa insomma è ferma. Il Mose non ancora ultimato, gli interventi in laguna e per la messa in sicurezza ancora ai blocchi di partenza.

E le ultime novità non aiutano. Come la Nuova Venezia aveva anticipato, la Corte dei Conti ha sollevato dubbi e chiesto chiarimenti in merito alla professionalità e all’idoneità della nomina di Roberto Rossetto, 73 enne urbanista mestrino, che era stato designato dal ministero delle Infrastrutture e dalla Presidente del Consiglio Meloni, con l’accordo di Comune e Regione al vertice della nuova Autorità. Adesso dovrà essere il Ministero a rispondere alle contestazioni dei giudici contabili.

A quel punto sarà la Sezione di controllo a dover esprimere il visto di legittimità e dunque a confermare la nomina di Rossetto. Ma i tempi si allungano.

«Ritardi gravissimi, non è accettabile», dice la Cgil, «le conseguenze stanno ricadendo sulla città, sul completamento del Mose e sulla tenuta dell’ecosistema e anche sui lavoratori di Cvn e Thetis, che chiedono certezza per i loro futuro». «Siamo pronti alla mobilitazione», dice Daniele Giordano, segretario generale della Cgil di Venezia, insieme a Fillea, Filctem e Fiom, «chiediamo al ministro Salvini risposte urgenti».

Proprio dall’Autorità dipendono, infatti, decisioni strategiche, la riunificazione delle competenze sulle acque, la gestione del Mose, gli interventi in laguna, i restauri e la pianificazione demaniale e delle acque.

«Il ritardo è grave», dice Andreina Zitelli dell’associazione Ambiente Venezia, «siamo in presenza di una grave arroganza della politica che voleva imporre una figura inadeguata. Era palese che Rossetto non avesse i requisiti richiesti. Non doveva partecipare a riunioni decisionali. Per parte nostra aspettiamo decisioni. E siamo orgogliosi di aver fatto quella segnalazione, consapevoli che la nomina non ha i requisiti di legge. Grazie alla Corte e ai pochi che hanno sostenuto le nostre azioni».

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