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Vita indipendente  per 400 disabili: va avanti il piano che dona autonomia

Una vita autonoma nonostante le tante difficoltà. Disabili fisici e psichici tra i 18 e i 64 anni, associazioni e coop hanno risposto presente alla chiamata a raccolta dell’Ulss 1 Dolomiti. L’azienda ha chiesto loro di presentare progetti di vita indipendente che mirino a sostenere piani di autonomia in appartamenti: da soli, con l’aiuto di un assistente personale o tramite l’inclusione sociale. Progetti che hanno interessato negli ultimi anni circa 400 bellunesi con handicap, chiamati a gestire la propria autonomia anche in vista della perdita di familiari o parenti.

Ora arriva il nuovo bando – del valore complessivo di 137.500 euro finanziati per la gran parte dalla Regione – che porterà le persone con disabilità a presentare un progetto di vita individualizzato e le associazioni a organizzare attività per supportare chi è in difficoltà. Le domande andranno presentate entro il 15 maggio all’Ulss. A ogni piano che rientrerà in graduatoria sarà erogato un finanziamento pari a 12 mila euro.

Cos’è

Il progetto Vita Indipendente viene portato avanti da una decina d’anni dall’Ulss «ed è destinato a favorire la vita autonoma e indipendente delle persone con disabilità in tutto il territorio della provincia di Belluno e a sostenere iniziative di integrazione sociale e accrescimento delle autonomie promosse da associazioni e cooperative sociali a favore delle stesse persone con disabilità», spiega la referente dell’area disabilità e non autosufficienza dell’Ulss, Milena Guglielminetti. I beneficiari devono avere la certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92 per limitazioni fisico-motorie, intellettive o sensoriali e devono vivere nel loro domicilio. Con il progetto l’Ulss eroga un contributo economico a sostegno delle spese di assistenza, di integrazione sociale e dell’abitare autonomo, in base al progetto personalizzato che la persona stessa avrà definito, indicando i propri bisogni e i sostegni che intende attivare in autonomia. «È un progetto che sostiene e valorizza l’autodeterminazione della persona e la ricerca di soluzioni personalizzate alle proprie esigenze di vita quotidiana, per il superamento delle barriere che possono essere legate alla disabilità».

Cosa è stato finanziato

Gli anni scorsi le persone che hanno beneficiato di questa progettualità sono state circa 40 all’anno, distribuite tra le varie linee di intervento: assistenza alla persona mediante il rimborso delle spese sostenute per l’assistente personale (badante), che viene gestito in autonomia dal disabile che ne determina orario, retribuzione e rendicontazione finale all’Ulss; integrazione sociale, con il rimborso di spese per attività sportive o culturali finalizzate al contrasto dell’isolamento e alla socialità; abitare autonomo, con il rimborso di parte delle spese legate all’abitazione, vale a dire l’affitto, per chi vive completamente da solo.

Progetti con associazioni

Tra i progetti che vedono coinvolte le associazioni, c’è quello dell’Anffas denominato “Prove di volo” che prevede esperienze di cohousing per disabili nel weekend, sotto la vigilanza di operatori e volontari. Un progetto molto richiesto e dal grande appeal, che però dalla seconda metà del 2022 alla fine del 2023 ha registrato una battuta d’arresto a causa della mancanza di operatori. Una situazione che il presidente Carlo Bottega spera di aver superato quest’anno, «anche se noi siamo sempre in cerca di operatori e volontari per questo progetto».

L’esperienza

«L’esperienza del gruppo appartamento “Prove di volo” dell’Anffas è straordinaria per mia sorella. Vorrebbe viverla ogni settimana». A parlare è la sorella di Antonella, disabile con un ritardo psichico che ha iniziato a sperimentare l’autonomia una decina di anni fa grazie al progetto dell’Anffas. Un progetto che vede gruppi di 4-5 disabili – sia fisici che psichici – trovarsi nell’appartamento di Case Sperti a Cavarzano a vivere insieme dal venerdì pomeriggio alla domenica, arrangiandosi in gran parte delle attività domestiche. «Mia sorella finchè c’era nostra mamma non era mai stata abituata a fare delle attività da sola, perchè i genitori, si sa, sono molto protettivi», spiega la sorella di Antonella. «Quando mamma è morta, io e mio fratello abbiamo deciso di iscrivere Antonella a questa esperienza. E devo ammettere che fin dall’inizio è stata entusiasta, tanto che Antonella vorrebbe viverla ogni fine settimana. La cosa purtroppo non è possibile, perchè c’è una lista di ragazzi che si turnano in questo appartamento».

Antonella in questi lunghi weekend ha imparato a fare cose semplici in modo autonomo, come preparare la tavola, fare la spesa, rifarsi il letto, pulire con l’aspirapolvere, «cose che, pur non avendo mai fatto prima, compie con grande gioia. E questo per noi fratelli è una cosa bellissima».

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