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Addio Michele Chiea, tecnico di 34 anni: mercoledì la Sinteco chiude per il funerale

uore a 34 anni per un male incurabile. Michele Chiea era longaronese di Soffranco, ma viveva a Laggio di Cadore, insieme alla compagna Francesca. Era malato di tumore da diversi anni, ma aveva sempre vissuto con grande coraggio e, allo stesso tempo, discrezione. Negli ultimi giorni, era stato ricoverato a Casa Tua 2, la struttura dell’Ulss 1 Dolomiti, dove nelle ultime ore è deceduto. I funerali si svolgeranno mercoledì 24, alle 15, nelle chiesa arcipretale di Longarone e Chiesa riposerà nel cimitero di Pirago. Ma già domani, alle 20, ci sarà la recita del rosario , nella chiesa di Sant’Antonio Abate, proprio a Laggio.

La notizia della sua scomparsa ha provocato grande tristezza ed emozione, in entrambe le comunità: «Non si può morire così giovani», sospira il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, nel fare le sue condoglianze alla famiglia Chiea. «Michele era un ragazzo solare portato via da una malattia che sta colpendo sempre più spesso i giovani. Questo è un colpo durissimo per la comunità di Soffranco e Longarone».

Sentimenti condivisi dalla sindaca di Vigo di Cadore, Silvia Calligaro: «Conoscevo sia lui che la sua famiglia, anche perché siamo vicini di casa, a Laggio. La settimana scorsa, avevano visto l’ambulanza e mi ero preoccupata, ma non pensavo che saremmo arrivati a questo tragico epilogo. Siamo il più possibile vicini alla compagna Francesca, che opera come sanitaria al Suem 118 e a tutti i suoi familiari. Le condoglianze da parte dell’amministrazione comunale e di tutti i nostri paesani. I Chiea sono una famiglia molto perbene, allo stesso tempo discreta»

Costernazione anche alla Sinteco di Longarone, l’azienda dove Michele Chiea lavorava ormai da tempo: «Erano molti anni che era con noi, assieme al fratello Daniele», commenta con la voce rotta dall’emozione il direttore generale Stefano Giacomelli, «era una gran brava persona, ma soprattutto era uno dei migliori meccanici montatori senior della nostra azienda. Sul lavoro, era appassionato, discreto, paziente e determinato, sempre disponibile a sobbarcarsi anche pesanti trasferte. Lavorando nel settore hospital automation, era spesso all’estero per risolvere i problemi che si presentavano. Cosa dire? Ci fidavamo ad occhi chiusi del suo talento».

Giacomelli sottolinea il cuore d’oro di Federico Chiea: «Era sempre pronto ad aiutare tutti, nonostante la malattia lo avesse colpito, voleva essere sempre in azienda e noi fino all’ultima abbiamo cercato di dargli una mano. Per ricordarlo e per offrirgli il nostro ultimo saluto, Sinteco mercoledì pomeriggio resterà chiusa».

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