Legittimo il lascito del manager Ferrero, l’ex assessora Renata Crotti si tiene i 2 milioni
PAVIA. Il testamento da circa 2 milioni di euro di William Salice, il manager pavese della Ferrero di Alba, a favore dell’amica e collaboratrice Renata Crotti, già docente dell’università di Pavia ed ex assessora provinciale, è valido. A decretarlo una sentenza dell’altro giorno del tribunale civile di Pavia dopo una causa intenta, cinque anni fa, da Patrizia Salice una delle due nipoti del manager originario di Casei Gerola. «La sentenza si commenta da sola - si è limitata a dire ieri la professoressa Crotti -. La mia piena fiducia nella giustizia era ben riposta». Salice non era sposato e non aveva figli, solo nipoti che vivono all’estero tra Malta e nord America.
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La vicenda
William Salice era morto ad 83 anni il 29 dicembre 2016 alla Maugeri di Pavia. Un decesso avvenuto dopo una malattia di pochi mesi. Come emerge dalla sentenza dei giudici Simona Caterbi e Giacomo Rocchetti, infatti, il manager della Ferrero e fondatore nel 2008 della onlus “Color your life” di Loano era stato male ad inizio ottobre 2016. Un malore avvenuto in Liguria, dove viveva, e che aveva portato ad un ricovero all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Salice poi aveva chiesto il trasferimento, aiutato da Crotti, al Mondino di Pavia. Gli era stato diagnosticato un raro tumore, la situazione poi era precipitata tanto che ad inizio novembre 2016 era stato ricoverato nel reparto di cure palliative della Maugeri di Pavia. E proprio in quel periodo, il 4 novembre 2016, era stato redatto di fronte ad un notaio il testamento che nominava Crotti erede universale di Salice. Testamento poi impugnato da una nipote, cercando di far valere un precedente testamento del 2007 in cui lei ed un altro nipote che vive all’estero erano stati nominati eredi. Al centro della contesa c’erano anche i finanziamenti per la prosecuzione della onlus “Color your life” di Loano, fondata proprio da Salice dopo il pensionamento nel 2008 e a cui lo stesso manager aveva contributo con fondi personali per circa 3,5 milioni di euro e diretta proprio da Crotti poi successivamente estromessa dalla guida con un ricorso della nipote Patrizia Salice alla prefettura di Savona. La fondazione di Salice, nata per aiutare i giovani a sviluppare i propri talenti, è ancora attiva.
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Secondo la tesi della nipote di Salice il testamento a favore della Crotti sarebbe stato redatto in un momento di fragilità del manager di Casei Gerola, che era gravemente malato. E che durante il ricovero i parenti di Salice sarebbero stati “tagliati fuori” da Crotti, così come per l’organizzazione dei funerali. Tra l’altro la nipote aveva presentato un esposto alla procura con l’ipotesi d’accusa di circonvenzione di incapace nei confronti della Crotti, che però era stato archiviato negli scorsi anni dai pm pavesi.
La tesi della nipote, assistita dalle avvocata Valeria De Vellis e Pierfrancesca Belcredi, però è stata respinta dai giudici pavesi. Nelle 22 pagine della sentenza spiegano, in alcuni passaggi, che nella cartella clinica della Maugeri «viene esclusa una condizione psico-fisica del paziente tale da eliderne ogni facoltà di discernimento» e che inoltre alcuni medici e infermieri sentiti dai giudici avevano spiegato che durante il il ricovero c’erano stati «numerosi colloqui intrattenuti quotidianamente con il paziente, dei temi affrontati nei loro discorsi, spesso incentrati sul passato lavorativo in Ferrero e sulla fondazione Color your life, della instancabile passione e capacità di organizzazione del lavoro durante la degenza, quasi che la stanza di ospedale sembrava “un ufficio”, e dei tratti apprezzati della sua personalità». Inoltre i giudici nella sentenza hanno evidenziato come con Renata Crotti, rappresentata dall’avvocato Roberto Ianco di Pavia, «c’era un rapporto sincero di stima già da tempi non sospetti, testimoniato da mail e messaggi». Insomma per i giudici il testamento di Salice è valido, una sentenza di primo grado quindi ancora impugnabile.
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