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Partigiani a Romagnese, il filmato inedito del 1944 coi comandanti Cossu e Antoninetti

Dimenticato per decenni, rispunta dagli archivi un filmato inedito di vita partigiana, girato a Romagnese nel 1944, probabilmente nella tarda estate o nell’autunno di quell’anno, prima del grande rastrellamento invernale. Si riconoscono i comandanti Giovanni Antoninetti e Fausto Cossu, e un sacerdote, l’alessandrino (di Pozzolo Formigaro) don Giuseppe Pollarolo: fu quasi certamente lui a realizzarlo, con l’inseparabile cinepresa Pathè Baby con la quale amava riprendere cerimonie e momenti collegiali vissuti in montagna dai “ribelli”.

Questa preziosa testimonianza, fortunatamente non andata perduta e ora recuperata, sarà al centro dell’iniziativa “Là dove si combatte ogni giorno”, in programma sabato 27 all’ex cinema di Romagnese (ore 17), organizzata dal Comune, dalla Società Umanitaria–Cineteca Sarda di Cagliari, dall’Archivio Superottimisti-Archivio regionale di Film di Famiglia e dall’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, con la collaborazione dell’Istituto pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Istoreco) e dell’Anpi di Piacenza.

«Il filmato, custodito dall’Archivio Superottimisti di Torino – spiegano i promotori – è stato condiviso con la Società Umanitaria di Cagliari, nell’ambito di un progetto di valorizzazione delle pellicole amatoriali in formato ridotto, ed è stato oggetto di ricerca da parte della Cineteca sarda, al fine di ricostruire i luoghi in cui fu girato, le persone che vi compaiono e il contesto storico locale in cui avvennero i fatti ripresi». Insieme ad esso, saranno proposte alcune sequenze del film “Momenti e vita di lotta partigiana” di don Pollarolo, ora custodito a Torino.

La roccaforte giellista

Romagnese era la roccaforte dei partigiani di Giustizia e Libertà (politicamente vicini al Partito d’Azione), la base di comando di Antoninetti, «Capitan Giovanni», rivanazzanese, ex tenente di complemento salito in montagna dopo i primi contatti a Voghera con Denari e Ferruccio Parri, che nei giorni della Liberazione guiderà verso la pianura un’intera divisione partigiana. Cossu, anche lui ufficiale di complemento, dei carabinieri, sorpreso dall’armistizio nei Balcani, catturato dai tedeschi e poi riuscito a fuggire, operava sempre con Gl sul versante piacentino della Val Tidone. E’ comprensibile che i due si siano incontrati durante una pausa dei combattimenti, per coordinare le azioni successive: la collaborazione tra partigiani di zone diverse era del resto una regola, di sopravvivenza, prima ancora che di strategia militare. Nel filmato traspare evidente l’atteggiamento rilassato dei partigiani, che cantano, sorridono, si abbracciano.

Verrà poi, di lì a qualche settimana, l’offensiva della divisione Turkestan dei terribili calmucchi a mettere a durissima prova il movimento resistenziale dell’Oltrepo Pavese, mentre sfumava la speranza di una conclusione della guerra prima di Natale. Saranno comunque gli storici e i ricercatori riuniti a Romagnese ad evidenziare gli aspetti più interessanti della testimonianza e le conseguenze che se ne possono trarre nell’analisi e nella ricostruzione della lotta di Liberazione nel nostro territorio. —

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